La Lega chiama Zingaretti a rispondere della bufala contro Frosinone

La bufala di Zingaretti e Buschini contro la città di Frosinone arriva in consiglio regionale. La Lega, con il suo capogruppo Angelo Tripodi, ha infatti presentato un’interrogazione alla Pisana per “sapere quali verifiche siano state fatte dall’Ufficio Stampa delle due più alte cariche della Regione Lazio (Presidenza della Giunta e Presidenza del Consiglio) prima di diffondere una bufala gigantesca che ha messo alla berlina un’intera comunità”.

La sassaiola inesistente

La vicenda è quella che ha riguardato la notizia falsa di un’aggressione a colpi di sassi contro studenti cinesi nel capoluogo ciociaro per via del coronavirus. Nulla di più falso, come non ha mancato di far notare la Polizia di Stato che ha effettuato prontamente le indagini.

Ma né il governatore Zingaretti né il presidente del Consiglio regionale Buschini si sono peritati di verificare la notizia fasulla e si sono lanciati contro il razzismo a Frosinone. Ovviamente, dopo la brutta figura – stigmatizzata anche dal sindaco della città Nicola Ottaviani – i due vertici regionali si sono ben guardati dallo scusarsi con i cittadini del capoluogo.

Interrogazione sulla bufala che ha offeso Frosinone

Ora si auspica un’immediata risposta del ciarliero e neorissoso governatore all’interrogazione del capogruppo della Lega alla Pisana. Perché anche se la stampa nasconde lo scandalo di dichiarazioni irresponsabili alla Regione non potevano passare sotto silenzio. E chissà quale diavoleria dialettica di inventerà Zingaretti.

Per paradosso, sarà lo stesso Buschini a dover sollecitare il presidente a rispondere. E se non lo facesse sarebbe responsabile di un abuso gigantesco: il consiglio regionale – con l’atto ispettivo presentato da Tripodi – ha il diritto di non volersi rendere complice di accuse gravissime. È anche una questione di “etica della responsabilità”, come ama dire Zingaretti quando parla della politica nazionale. Che mette sotto i tacchi appena plana sulla Pisana. Le poche volte che ci va. Ma stavolta non potrà fare lo gnorri.