La Lega non rinnova il contratto di affitto per Botteghe Oscure: “Sede di difficile agibilità”

aAddio a Botteghe Oscure, Matteo Salvini ha chiuso il grande portone alle sue spalle, riconsegnando le chiavi dello stabile, al 54 della storica via del centro dove una volta erano di casa Togliatti e Berlinguer. Lì, il leader degli ex lumbard aveva voluto la nuova sede nazionale della ‘Lega per Salvini premier’, nel cuore di Roma, tre anni fa. Ora, a quanto apprende l’AdnKronos il dietrofront, l’addio alla sede voluta per lanciare la conquista di Roma, a partire dalla sfida dell’autunno del 2021 a Raggi e Gualtieri, poi finita male con la sconfitta del candidato sindaco Michetti. Quello che colpì tutti fu l’arrivo dei leghisti nell’ex feudo del Bottegone del fu partito comunista italiano.
Motivi legati ai costi e alla posizione
Salvini stesso non nascose la sua soddisfazione per questa rivincita della storia, uno smacco alla sinistra. “I valori di una certa sinistra che fu, quella di Berlinguer” i valori del “lavoro, degli artigiani, raccolti dalla Lega, se il Pd chiude Botteghe oscure, e la Lega riapre io sono contento, è un bel segnale”, disse nei giorni dell’ingresso a Botteghe Oscure il leader leghista, nel luglio del 2020. Motivi legati ai costi, mai ufficializzati ma intorno a 5mila euro di canone mensile per oltre 500 metri quadrati, ma soprattutto legati all’agibilità del posto -mancanza di parcheggi auto, di servizi e limitazioni della Ztl- hanno spinto oggi il partito, ora al governo con la romana Giorgia Meloni, a non rinnovare il contratto di affitto.

La Lega di riunisce in spazi più decentrati
La sede ora dismessa, il partito oggi si riunisce in altre spazi più decentrati o in grandi location affittati alla bisogna, per esempio all’interno di alberghi, come successo per il congresso regionali dello scorso settembre che ha visto i leghisti convergere all’Ergife. Restano pochi gli incontri di rilievo al Bottegone leghista: lì Salvini vi incontrò Marine Le Pen, nel settembre del 2018 quando ancora il passaggio alla Lega degli uffici dell’Ugl, il sindacato vicino al Carroccio, non era stato formalizzato, lì, da padrone di casa Matteo Salvini tenne il primo federale romano nell’estate del 2020. Poi pochi incontri tra i dirigenti regionali, fino all’addio di oggi.