La Lega sui clandestini: stringere le maglie della protezione, gli ingressi dati a troppi

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Tornare al primo decreto sicurezza di Salvini, quello del 2018, dopo gli interventi fatti dal secondo governo Conte e poi dalla Lamorgese. “Perché dobbiamo stringere le maglie delle protezioni che vengono date ai migranti che arrivano in Italia”. Igor Iezzi, capogruppo della Lega in Commissione affari costituzionali, della presidenza del consiglio e interni della Camera domani presenta la sua proposta di legge ai colleghi della prima, a Montecitorio. Con l’obiettivo della “reintroduzione, nel testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, delle disposizioni previste dall’assetto concettuale originario del decreto-legge n. 113 del 2018, successivamente abrogate”.

La Lega chiede una stretta sugli ingressi

“Vogliamo intervenire – spiega Iezzi all’AdnKronos – sulla norma che regolamenta le cosidette protezioni speciali, date a chi non è un rifugiato e non ha un lavoro”. Una stretta dunque su quanto previsto dalla legge attuale, per mettere rimedio a “un sistema di accoglienza come quello attuale, pieno di falle e sbilanciato verso la distribuzione a pioggia di titoli di soggiorno”. Come si legge nella proposta dl legge 162, di cui Iezzi è il proponente. Nelle scorse settimane, durante la discussione sul decreto Ong gli emendamenti proposti da Iezzi, che andavano in questa direzione, puntando a una stretta sugli ingressi, furono al centro di un braccio di ferro con gli stessi alleati, Fdi e Fi dichiararono inammissibili le proposte della Lega.

Ineccepibile la ricostruzione di Piantedosi

“Ora – spiega il deputato milanese – riprendiamo parte di quegli emendamenti, non vedo problemi perché gli alleati anche l’altra volta nel merito erano d’accordo, ma si trattava di un problema tecnico, di inammissibilità che ora non ha più ragione di essere”. Qualcuno associa l’iniziativa parlamentare con il probabile decreto in tema di flussi che arriverà dal cdm convocato per domani a Cutro: “Certo credo che il cdm emanerà un decreto anti-scafisti”. Se poi interverrà il governo anche sul resto “è meglio ancora”, aggiunge Iezzi. Al centro del dibattito resta la tragedia di Cutro, con i clandestini affogati a decine a un passo dalla spiaggia calabrese, la scorso 26 febbraio. In Aula ieri il leghista ha ascoltato il ministro Piantedosi e si dice soddisfatto dalla ricostruzione dei fatti, di quanto avvenuto sulle coste di Crotone.

Per entrare a lavorare le aziende dimostrino che non c’erano italiani disponibili

“E’ stata una immane tragedia casuale – sottolinea – . E’ andata così perché ci sono stati eventi casuali che hanno colpito l’imbarcazione”. Mancati soccorsi? Da quando c’è questo governo già soccorsi 40mila migranti in mare”. Piantedosi ha poi anticipato che ci sarà un decreto flussi, per consentire a immigrati regolari di entrare in Italia per lavorare, una apertura che potrebbe essere discussa domani in cdm: “Nessun problema – dice Iezzi – importante è che le aziende italiane che impiegheranno quei migranti, dimostrino prima di aver proposto agli italiani quei lavori, che ci sia stata la proposta prima per i lavoratori italiani”.

Impedire le partenze e basta soggiorni a pioggia

Per il leghista bisogna comunque puntare a impedire le partenze: “Lo puoi fare con accordi con i Paesi da cui si imbarcano, dando loro soldi e aiuti per fermare chi parte, favorendo i corridoi umanitari, e dicendo a chi vuole partire che qui si regala il permesso di restare, lo diamo solo a chi ne ha diritto”. Diritto che per legge, come prevedono le norme attuali “resta a disposizione di troppi”. “Da noi – lamenta Iezzi – ci sono i rifugiati, le protezioni sussidiarie, e poi la protezione speciale, cosa che solo noi prevediamo. Ora noi vogliamo intervenire su questo, avevano creato la protezione umanitaria che è stato il grimaldello per far entrare tutti, poi Matteo Salvini aveva messo un freno, ma la Lamorgese ha riaperto le maglie”. “Per farli entrare non può bastare che ci dicano che da dove vengono c’è una pioggia…”, conclude Iezzi.