“La leggenda di Fiore”, tra Zarathustra e Siddhartha, di Marcello Veneziani


E’ da oggi in libreria il nuovo romanzo di Marcello Veneziani, “La leggenda di Fiore” ( ed. Marsilio, p.224, 16,50 euro, copertina di Franco Battiato). L’avventura spirituale di Fiore, figura leggendaria, dalla nascita all’adolescenza, tra la natura e le scoperte dell’anima. Poi la fuga da casa, i primi incontri e i primi pensieri. Le tracce della religione d’infanzia rimaste anche da adulto (come baciare il pane avanzato e sgranare il rosario). Il suo viaggio senza ritorno, dall’Isola delle donne al lungo cammino in Oriente, verso la luce – la tigre cavalcata, gli incontri straordinari, tra cui un ex papa ritiratosi nella foresta – la visione del Fiore d’oro.

Anche la vita di Fiore segnata da un contagio

La svolta della sua vita segnata da un contagio che lo porta sul punto di morire: restituito alla vita, in un convento, Fiore decide di dedicarla a un compito e ad una ricerca. Fiore risale a Gioacchino da Fiore, l’eremita dei sette sigilli che annunciò l’avvento dell’età dello Spirito Santo. Ebbe in custodia il suo libro segreto che si riteneva perduto. Comincia allora la sua vita nuova, tra digiuni di cibo e di parole, preghiera e alchimia; veste una tunica, un cappello a forma di cono, si ritira in un trullo.

Un romanzo per evadere dalla prigionia del presente

Viaggia nel futuro, con un caleidoscopio che è la sua sfera di cristallo, e nel passato, tramite un album di ricordi. Suona il salterio e naviga su un tappeto magico. Lungo il suo cammino dispensa versi, pensieri e precetti, trova seguaci ma se ne libera. Gli amori fugaci e la scoperta tardiva della paternità. Un romanzo spirituale, tra Zarathustra e Siddhartha, in tempi e luoghi indefiniti, dedicato alla vita e al pensiero di un asceta gioioso. Un’opera e un cammino di trasformazione per fronteggiare la povertà spirituale di oggi ed evadere dalla prigionia del presente.