La maggior parte dei contagi avviene tra chi non si è vaccinato: è allarme internazionale

no vax medici

La maggior parte dei contagi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati. Cioè che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. O che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino monodose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa. Ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino. E’ quanto emerge da un report dell’Istituto Superiore di Sanità. Nello specifico, nella fascia d’età 80+ anni, negli ultimi 14 giorni, il 35% delle diagnosi di Covid, il 59% delle ospedalizzazioni, il 78% dei ricoveri in terapia intensiva e il 70% dei decessi sono avvenuti in persone che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. E che sono attualmente l’8% della popolazione in questa fascia d’età.

E’ allarme per la variante Delta

Nella maggior parte dei casi nelle ultime due settimane, l’accertamento diagnostico motivato dalla presenza di sintomi o in seguito ad attività di ricerca dei contatti di casi accertati (contact tracing). E per la Variante Delta, è “allerta internazionale” dopo l’aumento dei contagi da coronavirus in Italia ed Europa. A preoccupare sono in particolare Spagna e Portogallo, ma anche la Russia, fra focolai e casi di ritorno tra turisti e tifosi. Per questo il ministero della Salute italiano ha diffuso una circolare che detta le misure e le raccomandazioni. Proprio alla luce di una “Allerta internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid-19 in diversi Paesi europei”.

L’Iss: allentate le misure di controllo nella ultime settimane

“L’allentamento delle misure di controllo nelle ultime settimane – si legge nel documento firmato dal direttore generale Prevenzione, Giovanni Rezza – ha generato un aumento della mobilità delle persone a livello nazionale e internazionale. Portando a un aumento delle interazioni sociali della popolazione. Nel contesto italiano la campagna di vaccinazione non ha ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce di età. Per cui la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante”. Per questo, ” è importante innanzitutto mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e il sequenziamento massivo di Sars-CoV-2, per individuare precocemente e controllare l’evoluzione di varianti genetiche nel nostro Paese”.

Il 90 per cento dei contagi ad agosto sarà per la variante Delta

“Sulla base delle ultime evidenze disponibili, si prevede che in Europa il 70% delle nuove infezioni da Sars-CoV-2 sarà dovuto alla variante Delta entro l’inizio di agosto e il 90% entro la fine di agosto”. Queste le stime riportate già diffuse dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattia. “Qualsiasi allentamento durante i mesi estivi della severità delle misure non farmacologiche in atto nell’Ue/Spazio  potrebbe portare a un repentino e significativo aumento dei casi Covid-19 . E soprattutto in quelle sotto i 50 anni, con un incremento associato dei ricoveri e decessi”.