Ha lanciato il suo grido di dolore su Facebook la signora Rita. La mamma di Amina, che ormai è arrivata a 37 anni. Mentre quando ne aveva appena due, la scienza aveva pronosticato che non potesse vivere. Per un tumore inoperabile, almeno per le tecnologie dell’epoca. Così la piccola era stata sottoposta a massicce dosi di radioterapia, che purtroppo hanno lesionato quel corpo ancora fragile. Facendola entrare in coma, e lasciandola gravemente lesionata. Ma mai senza l’amore della mamma Rita. E con l’assistenza amorevole di una badante e degli infermieri. Che hanno permesso ad Amina di continuare a vivere. E di non mollare. A 12 anni questa bambina coraggiosa è stata finalmente operata, e quel brutto tumore le e’stato asportato. Ma purtroppo è insorta una grave encefalite. Adesso Amina vive in un letto, e ha bisogno di un’assistenza costante. Quella che la mamma teme non sia più possibile. A causa del coronavirus, che ha impegnato tutti gli infermieri disponibili nella Asl di Acilia. Il comune dove la famiglia tuttora risiede. Mia figlia è immunodepressa, ha lanciato l’allarme mamma Rita. E se non morirà di covid, purtroppo accadrà per indifferenza.
Il grido di dolore della mamma di Amina su Facebook, senza infermieri mia figlia muore
Senza infermieri disponibili a prestare assistenza domiciliare a mia figlia, sarà impossibile andare avanti. E vincere questa battaglia. La signora Rita, mamma di una giovane donna malata cronica e allettata dall’età di due anni, lancia il suo grido di dolore e chiede aiuto direttamente su Facebook. Adesso sto facendo io da infermiera, insieme alla badante. Ma per la somministrazione delle cure servono persone esperte e qualificate. Come è stato fatto finora, prima dell’arrivo del covid. Che ha impegnato tutti gli infermieri disponibili. Anche quelli che prestavano l’assistenza domiciliare. E ovviamente visto lo stato di salute di Amina e il fatto che è immunodepressa, non è possibile portarla in ospedale. Particolarmente con la pandemia in corso. E poi un pensiero ancora più inquietante. E se noi, mamme e papà di persone in difficoltà, prendessimo il covid? Chi penserebbe ai nostri cari? Difficile dare torto alla signora Rita. Ma forse qualcuno alla Asl o alla Regione Lazio potrebbe rispondere all’appello. Lanciato direttamente dalla mamma sotto il titolo amici di Gnoma. E garantire almeno un infermiere per Amina. Perché la sua vita non è meno importante di quella di nessun altro.
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