La mani della Regione sull’acqua del Lazio: Gualtieri cede Acea a Rocca proprio mentre il dossier inceneritore si ‘infiamma’

Il prossimo martedì 24 giugno potrebbe rappresentare una data spartiacque nella gestione dell’acqua nel Lazio e, in particolare, di Roma. In quella data, il sindaco capitolino Roberto Gualtieri dovrà recarsi in Commissione Lavori Pubblici Lazio per esprimere la sua posizione sulla proposta di legge n. 206, presentata il 12 maggio scorso, che punta a rivoluzionare il sistema idrico regionale. In parole povere, in gioco c’è il possibile trasferimento del controllo di Acea, società pubblica al 51% che gestisce l’acqua per Roma e provincia, dalle mani del Campidoglio a quelle della Regione.
Un’autorità unica per sei milioni di cittadini
Il testo della proposta di legge, promossa da Forza Italia, prevede l’istituzione dell’Autorità Idrica Unica del Lazio. Un Ente regionale che dovrebbe accorpare e gestire tutti i servizi idrici ora suddivisi in cinque sotto ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) provinciali.

Una mossa che cambierebbe radicalmente gli equilibri amministrativi, tecnici e politici. Attualmente, Acea fornisce l’acqua a oltre 4 milioni di utenti, su un totale regionale di sei milioni di utenti laziali. È evidente che Roma – e con essa Gualtieri – ha un ruolo centrale, ma proprio la centralità storica della Capitale nella guida di Acea sembra essere ora messa in discussione dalla proposta di legge.
La Regione Lazio accelera
A presentare la proposta di legge il primo firmatario-consigliere Cosmo Mitrano, che è anche il presidente della Commissione Lavori Pubblici Lazio. Con lui, altri sei colleghi dello stesso partito: Della Casa, Tripodi, Colarossi, Simeoni, Capolei e Cangemi.
L’obiettivo dichiarato: superare la frammentazione attuale e creare un sistema più efficiente, centralizzato e trasparente. Ma dietro le parole si cela una strategia politica ben più profonda: trasferire il potere reale sulla risorsa più strategica, l’acqua, dalla Capitale e dal campidoglio a La Pisana, sede del governo regionale.
Il nuovo modello: più potere alla Regione sull’acqua del Lazio e su… Acea
Il nuovo ente, se approvato, sarà dotato di autonomia amministrativa, contabile e tecnica. Sarà guidato da un presidente e da un consiglio direttivo di 21 membri, di cui sei nominati da Roma Capitale. Avrà un potere assoluto su tutte le società coinvolte, tra cui anche Acea.
Nell’assemblea entreranno i sindaci e i presidenti delle province con voto ponderato in base alla popolazione. Un sistema apparentemente equo, ma che rischia di diluire il potere effettivo di Roma, consegnando alla Regione la regia su tutte le principali decisioni. Non una semplice riforma amministrativa, ma una svolta politica e strategica.
Acea, l’inceneritore e la posta in palio
La partita sull’acqua in particolare di Roma si gioca mentre un altro dossier a dir poco bollente è sul tavolo proprio della Regione Lazio: l’autorizzazione all’inceneritore da 600.000 tonnellate voluto da Gualtieri. Un impianto industriale chiave per Acea e il PD romano, ora sotto l’esame della Regione. Difatti, a breve proprio in Regione dovrà iniziare il PAUR, ossia il passaggio burocratico e tecnico con il quale la Regione Lazio a breve sarà chiamata ad esprimere il proprio ‘sì’ o ‘no’ definitivo al mega forno brucia rifiuti di Gualtieri.
La coincidenza dei due fronti – acqua e rifiuti – scatena rumors che fanno conseguentemente scattare domande: possibile mai che ci siano fantomatici scambi politici tra Campidoglio e Regione, malgrado siano di opposto colore? Una concessione sull’Acea in cambio del via libera all’impianto di trattamento rifiuti? Presto, probabilmente, ne sapremo di più.
Un equilibrio in bilico
Al momento, tutta l’acqua nel Lazio è gestita da: Acea Ato2 a Roma, Frosinone e rispettive province. Acqualatina a Latina. Talete Spa a Viterbo. Aps Spa a Rieti. Cinque gestori, cinque realtà diverse, un sistema che la Regione vuole superare istituendo un controllo unico su base regionale.
Ma l’unificazione rischia di portare con sé una concentrazione di potere senza precedenti, sottraendo competenze e controllo ai territori. La decisione finale passerà anche dalle mani di Gualtieri: accettare il nuovo modello regionale, oppure difendere la sovranità idrica del Comune di Roma?
Le prossime mosse
Il 24 giugno, ore 12, Sala Latini, sede della Regione Lazio. È questo l’appuntamento fissato per la seduta bollente in Commissione Lavori Pubblici Lazio,. Insieme a Gualtieri, saranno ascoltati anche i presidenti delle province di Frosinone (Luca Di Stefano), Latina (Gerardo Stefanelli), Rieti (Roberta Cuneo) e Viterbo (Alessandro Romoli).
La tensione è alta. Il futuro della gestione dell’acqua nel Lazio è più che mai incerto. Ma una cosa è chiara: la Regione vuole prendersi tutto. E Roma dovrà decidere se resistere o cedere.

