La Meloni si allarga: a via della Scrofa Fratelli d’Italia affitta altre 4 stanze dalla Fondazione An

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Dal maggio scorso, in vista delle politiche, Giorgia Meloni ha “allargato” la sua sede in via della Scrofa. Altri 120-130 metri quadrati in più, raccontano, rispetto ai 200 mq circa già occupati, per arrivare a coprire quasi metà del secondo piano. Proprio nel quattrocentesco palazzo al numero civico 39, dagli anni ’80 storica location della destra italiana. Prima del Movimento sociale italiano di Giorgio Almirante, poi di Alleanza nazionale con Gianfranco Fini segretario. Con i sondaggi a lei favorevoli alla vigilia delle elezioni del 25 settembre che l’hanno consacrata leader del primo partito e del centrodestra con il 26% dei consensi, l’attuale premier ha pensato di ampliare gli spazi a sua disposizione. Prendendo in locazione nuovi locali, anche questi di proprietà della Fondazione di An presieduta dall’ex parlamentare Giuseppe Valentino.

Fratelli d’Italia trasferisce il quartier generale in via della Scrofa

L’allargamento, apprende l’Adnkronos, costa complessivamente alla casse meloniane quasi 8 mila euro al mese, 96 mila euro l’anno. “Si tratta di un canone a prezzi non certo politici ma di mercato”, assicurano i vertici della Fondazione. Nel dettaglio, dal 2019, anno in cui Meloni ha lasciato il suo primo quartier generale in piazza Paganica, Fdi pagava alla Fondazione un canone mensile di quasi 5mila euro per 200 mq, più o meno 6-7 stanze, ma proprio da maggio la spesa è aumentata di 3mila euro con l’aggiunta di 4 stanze. Non solo: nei due mesi serviti per fare le liste e trovare i candidati (luglio-agosto), FdI ha affittato pure la sala convegni della Fondazione situata al pian terreno. La stessa sala, inoltre, viene di volta in volta affittata da Fdi per ospitare le riunioni dei suoi massimi organi direttivi nazionali, l’esecutivo e la direzione.

Meloni occupa l’ufficio che fu di Almirante, Rauti e Fini

Secondo l’ultimo bilancio del partito di GiorgiaMeloni, quello chiuso il 31 dicembre del 2021, nella voce ”oneri per godimento beni di terzi” viene riportata la cifra di 61mila 428 euro. Ma si precisa che ”i costi comprendono pure la locazione di spazi per eventi oltre all’affitto della sede nazionale” di via della Scrofa. L’ufficio della Meloni, utilizzato nelle vesti di presidente del partito ancora oggi per vertici politici o riunioni con i suoi più stretti collaboratori quando non è a palazzo Chigi, si trova nella stessa stanza che fu di Almirante, il fondatore dell’Msi, di Pino Rauti, e di Fini.

La sede di via della Scrofa è a pochi passi dai palazzi istituzionali: Camera, Senato, Governo

La sede di via della Scrofa, a Campo Marzio, nel pieno centro di Roma, a pochi passi dai palazzi del potere (si ritiene che l’antica via risalga al 29 a.C., ovvero all’epoca della costruzione del Mausoleo di Augusto) è attualmente gestita dalla Fondazione di An. Che al secondo piano, ha i propri uffici della presidenza e del consiglio di amministrazione. Al piano terra ci sono due stanze occupate dalla redazione del “Secolo d’Italia”, storica testata di destra, ora solo on line, e c’è un grande salone dove vengono organizzati convegni e iniziative, anche esterne alla Fondazione. Non solo il simbolo, un colore e il volto del leader rappresentano un punto di riferimento identitario per qualsiasi partito. Anche la sede fisica ha un suo ruolo non di secondo piano. E questo vale per militanti, simpatizzanti e l’immaginario collettivo.

I luoghi iconoci della politica italiana, da Botteghe Oscure a Villa Grazioli

Basti pensare a palazzo Grazioli, sede storica di Forza Italia a Roma per quasi 30 anni. Insieme a Villa La Certosa in Sardegna, sono i luoghi iconici del berlusconismo. Così come via della Scrofa è la storia della destra italiana, insieme a via della Quattro Fontane, prima sede del Msi, come furono Botteghe Oscure per il Pci, piazza del Gesù per la Dc e via del Corso per il Psi. Tant’è che quando Silvio Berlusconi è andato per la prima volta nel quartier generale della Meloni lo scorso ottobre ha fatto scalpore, almeno sulla stampa. Prima di allora i vertici del centrodestra si erano tenuti tutti a casa Berlusconi, tra via del Plebiscito, Arcore o villa La Certosa in Sardegna e ultimamente nella nuova villa sull’Appia.

I locali inaugurati da Almirante nel 1984

A fine anni Settanta Almirante praticamente costretto a comprare l’immobile al civico 39 di via della Scrofa. Visto che per l’Msi non era possibile affittare proprie sedi a causa degli attentati e delle violenze di quel periodo turbolento, segnato dal terrorismo. Nel dicembre del 1984 il segretario missino inaugurò i locali di via della Scrofa con la benedizione del parroco di Sant’Agostino. 22 stanze per oltre 500 metri quadrati, per una spesa, raccontano, di circa tre miliardi di vecchie lire. Quattro anni dopo saranno allestite al piano terra le camere ardenti di Almirante e Pino Romualdi, altro fondatore delMsi. A maggio morirono entrambi a distanza di 24 ore. Andarono a farvi visita per un ultimo saluto anche due simboli della Resistenza come Nilde Iotti e Gian Carlo Pajetta.