“La Misura e la Follia” del pittore olandese Alex Peters in mostra a Roma

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Si è inaugurata venerdì presso il Quintessenza Caffè Gourmet a Roma la Personale di Alex Peters, “La Misura e la Follia”, con il patrocinio dell’Ambasciata e Consolato Generale  del Regno dei Paesi Bassi. Come in un simbolico gioco di equilibrismo che si svolge quotidianamente in ognuno di noi la ricerca del giusto bilanciamento tra istinto e razionalità, tra impulso e remora ci spinge a riflettere sullo stigma legato alla Follia, sulla accezione negativa cui è legato questo tema. Ha affascinato pittori, poeti, scrittori che forse in essa vedevano la deriva estrema del genio creativo, è stata analizzata dai filosofi  che in suo onore hanno composto elogi. Ci ha accompagnato lungo tutta la storia prima come “male divino”, stregoneria fino a divenire malattia mentale.

Peters indaga sulla dimensione della follia

Eppure continua a essere in una dimensione di mistero, un confine invalicabile, il limite estremo che continua irresistibilmente ad attrarci. Alex Peters ha raccolto un testimone ideale dai pittori Fiamminghi rinascimentali e barocchi nei suoi disegni “The finger”(2023) e “Where are you?” (2023), dove emerge la sua curiosità e dedizione alla caricatura grottesca che ha caratterizzato la scena d’insieme delle Fiandre affollate dai proverbi figurati di un Bruegel che incarnavano la vasta composizione di “Adagia” elaborata da Erasmo da Rotterdam. Quando la commedia e la  tragedia si sovrappongono, il “folle” e il giullare di corte, una volta emarginati, diventano i protagonisti della vita reale grazie al Carnevale, al mondo alla rovescia che vede sospese le regole.

Denuncia del lusso esasperato e della falsa morale

E poi denunciano le amare verità dei comportamenti umani privi di senso a una società in piena evoluzione ed espansione economica. Il lusso esasperato e la falsa morale ispirano il “folle” a puntare il dito sulle debolezze e le bassezze umane. Secondo il curatore della Personale, lo storico dell’arte professore Giuseppe Ussani d’Escobar, “per parlare di Follia dobbiamo necessariamente partire da Erasmo da Rotterdam, lì c’è il capolavoro assoluto sulla Follia. La Dama Follia scopre le carte, ovvero rivela quelli che sono i comportamenti che sono basati sulla futilità,mette in chiaro che le cose spesso si nascondono e invece Dama Follia le fa venire alla luce, quindi non più il silenzio non piu l’omertà non più la falsità, ma la verità e la giustizia intesi anche nel senso Teologico di Erasmo da Rotterdam che vedeva Cristo come messaggero e apostolo della pace”.

La follia smaschera la realtà e fa vedere le cose per quelle che sono

Si può dire – prosegue – che Erasmo ha piena coscienza che la Follia è l’illusione ed è un’opzione interessante, attraente per l’uomo perché è l’illusione di vedere qualcosa che è sotto una diversa forma una maschera, è la realtà che viene mascherata, e Dama Follia cosa fa, smaschera la realtà e fa vedere le cose per quelle che sono. Questa è la forza della follia in atto. Erasmo dà voce a Dama Follia come il Giullare da voce al suo bastone animato che rappresentava il gemello di sé stesso e giocava sul ventriloquismo,che è un’altro esperimento interessantissimo, perché questa voce sembra provenire quasi da un’altra dimensione a svelare alcune verità. Il Giullare era esattamente quello che poi  Shakespeare individua come colui che dice il vero”.

L’artista arriva a indossare la maschera del Giullare

Alex Peters non risulta essere esclusivamente un originale artista che ritrae la vita in tutti i suoi aspetti ma arriva a indossare le vesti del giullare che invita tutti noi a riflettere sulla quotidianità che incessantemente ci provoca nuovi stimoli. L’artista con i suoi inchiostri su carta del 2023 “My  best friend “, “Sirene”, “The Old Man and his horses” e con il suo disegno a matita su carta “Self portrait” porta in scena la sublime e acuta ironia sulla follia realizzata nelle loro opere dai grandi Maestri delle Fiandre, suscitando nell’osservatore emozioni quali la malinconia (intesa come meditazione) e il riso ,per l’assurdità e la stupidità dei comportamenti umani.

Gli inchiostri su carta di Alex Peters

Il ritratto di un uomo con gatto di Peters dall’opera  “My best friend” rammenta il vecchio di profilo dell’incisione “Merry-Makers in a Mussel Shell ” (1562) realizzata da Pietre van der Heyden, :il  vecchio posseduto dalla musa della follia, naviga alla deriva su una grande conchiglia insieme a una comitiva goliardica mentre suona una graticola. L’opera “Sirene” raffigura un’altro “folle” istrionico e bizzarro, contemplatore attento della danza marina delle sirene, incantato dalle loro voci ammalianti, un Ulisse felicemente perduto tra le onde. Può sembrare un “folle”precipitato in acqua dalla “Nave dei folli” (1494 circa) di Hieronymus Bosch.

Oggi i folli sono gli emarginati

Alla domanda c’è ancora spazio oggi per la Follia?, il curatore risponde: “La follia è sana e va vissuta. E’ profondamente saggio chi sa di essere folle e chi sa essere folle in alcuni momenti è profondamente saggio, era poi quel che diceva Jung  da quando hanno messo ai margini tutto ciò che era relativo al culto di Dioniso, che era un culto liberatorio e che in fondo era l’altra versione del Carnevale nel mondo pagano. Se oggi dovessi pensare a chi può essere il folle lo vedo negli emarginati. Il giullare,il folle occupava lo spazio lasciato vuoto dalla società e in quello spazio creava i suoi equilibri, dove era libero di dire e di fare quello che voleva quindi anche la denuncia perché era folle, questo era il gioco, arrivare ad entrare in questa dimensione.

L’impegno degli artisti per scoprire la verità

In una società come la nostra sempre piu tecnologica e sottoposta a un controllo sempre più rigido, e di questo è un esempio il QR code e molte altre cose, abbiamo bisogno di ritrovare l’emarginato che è l’unica figura in grado di esprimere una voce vera, perché visto come diverso. Gli artisti, attraverso la loro arte, hanno il grandissimo dovere di aprire questi portali e sconfinare nella dimensione altra che è quella della verità, hanno il dovere di scoprire queste carte. Il Giullare in realtà era il grande artista, l’uomo di teatro. I grandi pittori del passato denunciavano la realtà, non è un caso che nella “Lotta tra Carnevale e Quaresima” sono presenti quelle situazioni che denunciano in quale stato sia la società, dedita al lusso e al consumo.”
E conclude: “L”Artista per essere veramente Artista nel momento in cui denuncia lo stato delle cose e si allea agli emarginati, lui per primo si chiama fuori dalla società e si ritaglia uno spazio, una sua autonomia dove lui è libero. Il mondo è degli emarginati per scelta”.