La moglie del carabiniere ucciso: “Mario un eroe, non infangatelo”

Cerciello Rega

La moglie difende la memoria di Mario Cerciello, il carabiniere assassinato da due americani. “Mio marito è nei miei pensieri sempre, di giorno e di notte, perché lui mi accompagna nella vita quotidiana e nei miei sogni. I suoi occhi grandi azzurri li ho dovuti chiudere io per sempre quella notte del 26 luglio 2019 e non li rivedrò mai più”. Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ricorda cosi’ in un’intervista esclusiva all’Adnkronos il marito ucciso con undici coltellate la notte del 26 luglio di un anno fa a Roma. Per quell’omicidio ora sono a processo davanti alla Corte d’Assise due diciannovennni americani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth.

La vedova Cerciello ricorda il marito

La vedova Cerciello ricorda Mario, in famiglia come sul lavoro, come ”un uomo buono e giusto, un uomo che aveva dedicato la sua vita semplice al servizio del prossimo. Era entrato nell’Arma dei Carabinieri quand’era ancora un ragazzo. Dopo pochi mesi ha perso prematuramente il padre senza che riuscisse a vederlo in divisa da Carabiniere. Un lutto – spiega – che ha segnato con sofferenza tutta la sua famiglia e Mario ha assunto il gravoso compito di aiutare madre, fratello e sorellina ancora bambina, senza risparmiarsi mai nella gestione familiare, provvedendo a tutto ed affrontando con sacrificio anche i lavori nella vasta campagna”. Un matrimonio, quello tra Rosa Maria e Mario, celebrato 43 giorni prima dell’omicidio che ha spezzato la vita del vicebrigadiere.

“Aveva sposato l’Arma ancora prima di me”

”È stato un matrimonio bellissimo, una luna di miele da sogno, un sogno – dice Rosa Maria Esilio – che si è interrotto solo pochi giorni dopo perché l’hanno ucciso mentre era in servizio”. Mario ”era nato Carabiniere, sapeva fare bene il suo lavoro, era preciso, acuto, attento ai dettagli e ai pericoli, responsabile per sé e per gli altri. Era orgoglioso del servizio che svolgeva con professionalità e coraggio, con grande orgoglio e passione, specialmente per i servizi di repressione della criminalità, ottenendo numerosi riconoscimenti e onorificenze. Era instancabile e sempre disponibile con tutti, era – sottolinea – il punto di riferimento dentro e fuori la caserma, per i colleghi e per il quartiere. Aveva sposato l’Arma dei Carabinieri ancor prima di me”.

“Molta mala informazione su mio marito”

”Mario era consapevole dei rischi legati al suo servizio, conosceva bene i pericoli che ci sono in una città come Roma, li affrontava con coraggio e professionalità. Ma di certo mai avrebbe potuto immaginare che un controllo a due soggetti sospetti – prosegue – potesse trasformarsi nella sua tragica fine”. Qualche mese dopo l’omicidio, alla vigilia del processo ai due americani, la vedova Cerciello aveva fatto appello alla stampa per tutelare la memoria di suo marito.

”Gli organi di stampa si sono da sempre e fin da subito interessati ai vari aspetti legati all’omicidio di Mario e per questo li ringrazio. Ma devo amaramente ammettere che ho dovuto assistere a tanta disinformazione e mala informazione riportata in notizie e commenti davvero offensivi e fuori luogo che hanno cercato di travisare l’eroismo di un uomo per bene d’altri tempi, senza dare onore al suo sacrificio. Io sento di essere custode della sua memoria e dunque esorto tutti al rispetto e alla riconoscenza”.

La vedova presente a tutte le udienze

Presente in aula a Roma a tutte le udienze del processo Rosa Maria Esilio, assistita dagli avvocati Franco Coppi, Ester Molinaro e Massimo Ferrandino, attende giustizia. ”Credo nei valori della Repubblica e della Giustizia, perché – spiega – a questi stessi ideali Mario ha dedicato la sua vita fino a perderla, si è immolato per assicurare i criminali alla giustizia, perché questa era la sua fede. Confido nel lavoro della Magistratura, degli inquirenti e dei nostri avvocati che con tanta professionalità curano l’andamento di questo difficile e delicato processo”. A piazza Cavour a ricordare Mario Cerciello Rega c’e’ un maxiposter con la sua foto sorridente e in alta uniforme.

“Si è sempre tentato di screditare gli eroi…”

”Mio marito Mario era un Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri ucciso mentre svolgeva il suo servizio. Tutti gli attacchi e le insinuazioni verso l’Arma dei Carabinieri sono offensivi. Non rispettano lui, non rispettano la sua fede, la sua fiamma e la sua morte per mano di assassini mentre conduceva il suo difficile lavoro. Ma non c’è da meravigliarsi. La storia è ricca di biechi tentativi di stravolgere le cose tentando di screditare e infangare eroi. Che come Mario è caduto nell’adempimento del dovere per difendere il diritto, per tutelare tutti noi”. ”Ringrazio l’Arma dei Carabinieri e tutti i suoi appartenenti. Gente straordinaria che rischia ogni giorno per fermare i criminali che avvelenano la società, li ringrazio ogni giorno insieme alle loro famiglie. Onore alla sua memoria”,’ conclude.