La nuova vita di Dario Argento: a Cannes con un film da attore protagonista

“Sono il protagonista, non mi era mai successo prima. E recito pure in francese”. Così Dario Argento, in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘, parla della sua esperienza, questa volta davanti alla macchina da presa, per il film ‘Vortex‘ di Gaspar Noé, che sarà presentato fuori concorso al festival di Cannes.

Nel film del regista argentino, il maestro del brivido italiano è “un critico cinematografico”. Un ruolo che – ricorda Argento – “mi riporta al mio primo mestiere. A 20 anni facevo il critico a Paese Sera. Mi piaceva Hitchcock e i film western, John Ford, John Wayne, non era facile in un giornale comunista. Una volta scrissi di musica e non fui tenero con Mina, il capo mi chiese di ammorbidire i toni. Quando andai a intervistare Alberto Sordi, sul set di Scusi, lei è favorevole o contrario?, mi fissò, fece una smorfia al suo aiuto e disse: che dici, può andare? Non capivo. Bello mio, mi spiegò col suo vocione, t’ abbiamo appena scritturato. Mi diede il ruolo da chierichetto improbabile”.

Dario Argento e le mani dell’assassino

Del film di Noé, “posso solo parlare del mio ruolo”, premette Dario Argento che intanto è al lavoro sul suo prossimo film ‘Occhiali neri’. “La notte – aggiunge – mi capita di sognare alcune scene che abbiamo girato. Gaspar fa un cinema trasgressivo, che viene dalle viscere. Il film parla di cinema, io dirigo una rivista di settore, tipo i Cahiers du cinéma, cose in estinzione, gli ultimi della carovana”.

Quanto al suo ruolo di attore, “non arrivo a dieci film. Però, dirigendoli, mi considero bravo. Ho un vezzo: quando nei miei film si vedono le mani dell’assassino, sono le mie, un cameo feticista”.