La prima volta di Giorgia Meloni al Consiglio europeo di Bruxelles. Si parlerà della corruzione e di clandestini

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Stamattina i 27 capi di Stato e di governo dell’Ue si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio Europeo di dicembre. E’ il primo per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, giunta ieri sera nella capitale belga. Aleggia ovviamente sul summit l’ombra del Qatargate. Per questo si prevede che il discorso iniziale della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, non sarà un passaggio rituale, ma più interessante del solito. E’ probabile che alla presidente venga rivolta qualche domanda dai premier. Già il primo ministro belga Alexander De Croo ha spiegato che la magistratura del suo Paese è dovuta intervenire per la mancanza di controlli da parte del Parlamento Europeo. E’ possibile che altri capi di Stato e di governo chiedano chiarimenti a Metsola su quanto è successo. E forse anche su quello che potrà succedere.

Sarà analizzato l’accordo in materia aviazione col Qatar

E il grande affare non è tanto l’accordo sui visti, dato che il Qatar conta poco più di 313mila cittadini, su 2,7 mln di abitanti (gli altri sono immigrati), oltretutto con un reddito pro capite che è circa il doppio di quello dell’Italia. C’è ben altro sul piatto. La presidente della commissione Trasporti Karima Delli ha confermato di aver acceso i riflettori sulla ratifica dell’accordo in materia di aviazione civile tra l’Ue e l’emirato del Golfo. Un’intesa che la Commissione Europea salutò addirittura come “epocale” nell’ottobre 2021. La preoccupazione per lo scandalo che sta emergendo non è limitata al Parlamento Europeo. L’opinione pubblica nei 27 Stati membri non fa molte distinzioni tra Commissione, Consiglio Ue, Consiglio Europeo e Parlamento Europeo. Quindi, un problema reputazionale del Parlamento è un problema di tutti.

Si discuterà delle relazioni transatlantiche

Dopo l’uscita dalla sala di Metsola, si aprirà una discussione strategica sulle relazioni transatlantiche. Si  prevede un dibattito non semplice, poiché sui rapporti con Washington le visioni nazionali sono variegate. E’ “inutile negare”, spiega un alto funzionario Ue, che i punti di vista delle due sponde dell’Atlantico non sono “identici”, ma anche la situazione è diversa. “I prezzi dell’energia sono più alti per noi che per loro”. Visto che l’Inflation Reduction Act, con gli incentivi fiscali previsti, entrerà in vigore a breve negli States, “da parte nostra c’è la necessità di rispondere subito”. I leader si confronteranno sul come. Molti pensano che in Europa serva una “politica di ricerca e sviluppo forte”. Che implica una profonda riflessione sul quadro sugli aiuti di Stato, che nel quadro geopolitico attuale rischiano di diventare una palla al piede per l’Unione.

Anche l’energia sul tavolo della Ue

Di sicuro l’energia sarà sul tavolo. L’intenzione del Consiglio non è quella di avere una lunga discussione sul price cap per il gas, dato che il Consiglio Energia ha fatto qualche progresso verso un accordo. Anche se la forchetta di prezzo resta piuttosto ampia, da 160 a 220 euro. E’ un delta di 60 euro, che in qualche modo andrà chiuso a un qualche livello, forse poco sotto quota 200. La pressione per un accordo è forte: la questione potrebbe anche tornare al tavolo dei leader, ma ci è già passata una volta e non reggerebbe a lungo in un secondo round. In ottobre Mario Draghi fu durissimo nei confronti di Olaf Scholz. E’ possibile che lunedì prossimo, al Consiglio Energia, si arrivi o a un accordo, oppure, in mancanza di un’intesa, a un voto. Una maggioranza qualificata ci sarebbe già.

Si parlerà anche di transizione energetica

E’ vero che i leader nel Consiglio Europeo hanno concordato di decidere all’unanimità, ma gli accordi tra leader non cambiano il diritto Ue. E questo prevede su questa materia un voto a maggioranza qualificata. Pertanto, in mancanza di un accordo, la Germania potrebbe essere messa in minoranza, insieme all’Olanda. I leader discuteranno anche dei fondi necessari a promuovere la transizione energetica. I Paesi Frugali (Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia) punteranno probabilmente sui soldi di Next Generation Eu “non ancora utilizzati”, ma domani “non è tempo di decisioni”, bensì di avere una “discussione politica”. Del resto, al Consiglio Europeo “siamo sempre preparati a lunghe discussioni. Vediamo come si evolverà il dibattito”.

Il Consiglio non poterà eludere il tema dei clandestini

I capi di Stato e di governo parleranno anche del partenariato sud: l’intenzione è discutere “non solo di immigrazione”, ma pure di cambiamenti climatici e delle ripercussioni della guerra in Ucraina. Di certo il tema dell’immigrazione “sta montando”, e lo si è visto con le tensioni tra Italia e Francia. Quindi, anche se l’intenzione della presidenza non è quella di promuovere dibattiti divisivi, molto dipenderà dagli interventi dei leader. E’ previsto che “alcune delegazioni” solleveranno il tema delle migrazioni e quello dell’allargamento dell’area Schengen. I 27 ribadiranno il sostegno all’Ucraina e il presidente Zelensky sarà collegato in remoto “all’inizio dei lavori”. Sulla difesa, si farà il punto della situazione e si cercheranno linee guida per gli investimenti. Infine, sui Balcani è possibile che venga sollevato il tema delle tensioni tra Kosovo e Serbia.