La procura di Roma chiede il processo per gli egiziani che assassinarono Regeni

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Egiziani alla sbarra, arriverà la giustizia per Giluio Regeni? La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro “007” egiziani nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni. Il giovane ricercatore friulano fu rapito, torturato e ucciso nel 2016 in Egitto. Agli agenti egiziani appartenenti alla National Security, a seconda delle posizioni, oltre al reato di sequestro di persona pluriaggravato, contestato il concorso in omicidio aggravato e in lesioni personali aggravate. La richiesta arriva dopo la chiusura delle indagini del 10 dicembre scorso, firmata dal procuratore capo Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco che in questi anni ha seguito le indagini.

Quattro i militari egiziani coinvolti

La richiesta di processo avanzata per il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim. E per Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato. Nei confronti di quest’ultimo i pm contestano anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato. La procura di Roma questa mattina, “non essendo intervenuto alcun fatto nuovo dopo la notifica dell’avviso 415bis, ha depositato – si spiega in una nota – la richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del giudice dell’udienza preliminare nei confronti dei quattro cittadini egiziani appartenenti agli apparati di sicurezza già destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini”.

Forse in primavera l’udienza preliminare

E potrebbe essere fissata entro la fine della primavera l’udienza preliminare per i quattro egiziani, per i quali la Procura di Roma, guidata da Michele Prestipino, ha chiesto il rinvio a giudizio. La prima questione da affrontare davanti al giudice dell’udienza preliminare sarà l’assenza dell’elezione di domicilio per gli imputati. La richiesta oggetto di una rogatoria avanzata dai pm romani nell’aprile del 2019 e più volte ribadita alle autorità egiziane nel corso dei vertici. Secondo il nostro sistema giudiziario rinviare a giudizio non è possibile se non c’è la certezza dell’avvenuta notifica ai quattro imputati. Ma il gup potrebbe procedere ugualmente alla luce della rilevanza mediatica della vicenda, anche in Egitto, con la diffusione anche dei nomi degli imputati.