La professoressa che filmò Renzi e lo 007 Mancini non era manovrata da nessuno

matteo renzi contro pd

”Si è accertata l’estraneità di qualsivoglia rapporto o collegamento” della professoressa che nel dicembre 2020 aveva ripreso con il cellulare l’incontro in autogrill tra Matteo Renzi e l’ex dirigente del Dis Marco Mancini ”rispetto agli apparati di Intelligence, in quanto le verifiche condotte nell’ambito degli Organismi di informazione per la sicurezza hanno dato esito negativo”. E’ quanto si legge nella richiesta di archiviazione della Procura di Roma dell’indagine partita dalla denuncia per diffamazione aggravata presentata dall’ex dirigente del Dis Marco Mancini, tra gli altri, contro Report.

La denuncia relativa al programma tv era stata presentata a Ravenna e poi trasmessa ai pm della Capitale per competenza territoriale. Nelle scorse settimane era stata sollecitata l’archiviazione anche per il parallelo procedimento, avviato dopo la querela del senatore Matteo Renzi, che vedeva indagata la professoressa che il 23 dicembre 2020 aveva effettuato alcune fotografie e due video dell’ex premier mentre interloquiva all’autogrill di Fiano Romano con l’allora dirigente del Dis Marco Mancini. ”Pertanto” la professoressa ”non risulta aver mai avuto alcun rapporto organico, diretto o indiretto, ovvero di mera collaborazione esterna o di qualunque altra natura con il Dis, con l’Agenzia esterna, con l’Agenzia interna, non essendo emersi elementi o indicatori diversi dall’azione autonoma e spontanea dell’insegnante nell’attività posta in essere dalla stessa nell’ambito delle fotografie e delle riprese del Senatore Renzi”. Per i pm ”anche gli approfondimenti tecnici eseguiti sulle chat e sul device in uso alla professoressa hanno confermato l’autonoma condotta della stessa, senza il coinvolgimento o la complicità di terze persone, smentendo l’ipotesi di un’attività preordinata o programmata ascrivibile all’altrui regia”.

Inoltre ”non sono emersi – si legge nella richiesta di archiviazione firmata dai magistrati Luigi Fede, Michele Prestipino e dal procuratore capo Francesco Lo Voi – sulla base delle indagini espletate, elementi idonei a smentire la ricostruzione fornita dalla professoressa e dai giornalisti di Report sull’autonoma iniziativa dell’insegnante. Deve rappresentarsi il rispetto dell’esercizio del diritto di cronaca e critica giornalistica nella trasmissione di inchiesta in esame che appare conforme alle prerogative del servizio pubblico di informare gli spettatori dell’episodio accaduto presso la piazzola di sosta dell’area di servizio “Feronia Est” di Fiano Romano, trattandosi di fatto di rilevanza pubblica, inerente all’incontro di un Senatore della Repubblica, il quale si tratteneva in modo riservato con una persona identificata nel dottor Mancini, all’epoca in servizio presso il Dis”.

La Procura infine ritiene che ”sulla base di quanto esposto, disvelare l’identità di Marco Mancini (in servizio al Dis all’epoca dei fatti) nella persona che interloquiva con il Senatore Renzi non possa integrare la violazione del segreto di Stato ovvero non costituisca una notizia di cui fosse vietata al divulgazione, evidenziando l’interesse del servizio giornalistico in corso di spiegare al pubblico chi fosse la persona che si intratteneva con il Senatore Renzi, di tal ché non può ritenersi che tale operazione di identificazione potesse essere idonea a recare un concreto pregiudizio agli interessi dello Stato ovvero che l’identità del dottor Mancini non fosse divulgabile sulla base del richiamato orientamento della giurisprudenza di legittimità”.