La Questura non dà il nulla osta per lavorare a una madre incensurata perché di destra. L’incredibile caso di Arianna Pezzotti

Arianna Pezzotti

“Stiamo valutando un atto parlamentare su quanto accaduto ad Arianna Pezzotti. Il provvedimento che le ha impedito di prendere lavoro presso una società e che ci auguriamo rappresenti solo un equivoco che il Questore provvederà celermente a risolvere, non può e non deve essere un altro esempio della discriminazione verso una certa area politica nel nostro Paese”. Così ha sottolineato il senatore di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro dopo la notizia che alla signora Arianna Pezzotti, madre di famiglia e incensurata, è stato negato il tesserino di steward, dopo una lettera ufficiale della Questura di Roma. Questo, dopo la volontà della società che intendeva avvalersi della sua professionalità.

Arianna Pezzotti non può lavorare perchè di destra

“L’appartenenza a organizzazioni di Destra come Area (peraltro associata ad Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane) è stata considerata ostativa. Lo sdegno per quanto avvenuto – ed è questa una nota lieta di questa oscura vicenda inaccettabile in una società che si definisce democratica – è arrivato da tutte le realtà politiche anche di Sinistra. Arianna Pezzotti, cittadina italiana, costretta a difendersi per le proprie idee. Madre di famiglia, separata, ha appena perso un’occasione di lavoro”, conclude il senatore.

Alemanno: “Il questore di Roma ritiri il provvedimento”

Nonostante il suo essere incensurata e non indagata, le è stato negato il tesserino da steward perché militante di un’organizzazione, perfettamente legale, della destra radicale, Area Rieti, e perché anni e anni fa ha frequentato alcuni mesi Forza Nuova. Nel documento della Questura che Arianna Pezzotti non può ricevere il nulla osta in quanto “militante nel partito neofascista e nazionalista di estrema destra Forza Nuova, successivamente confluita nell’associazione AREA della locale destra radicale, nonché vicina alle posizioni di CasaPound”. Cosiì come emerge dal documento pubblicato dal sito Spraynews.

Sul clamoroso divieto ha preso posizione anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “Mi auguro vivamente – ha scritto su Facebook l’ex sindaco – che tutto questo sia fonte di un equivoco che il Questore di Roma vorrà rapidamente risolvere, ritirando il provvedimento in questione. Altrimenti ad occuparsi della cosa dovranno essere il Parlamento italiano e le aule di giustizia, dove AREA e Arianna si presenteranno non come imputati ma come parte lesa per calunnia e per violazione dei diritti costituzionali”.