La regione Lazio sapeva del Covid. Ma Zingaretti sminuiva (video)
Dentro l’Uovo di Pasqua l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato ci ha messo una balla di quelle grossolane sul Covid-19, che non fa fare certo una bellissima figura al presidente Zingaretti.
Tanto per autocelebrarsi come fa da quando si pavoneggia col coronavirus, D’Amato ha raccontato ai giornalisti che la regione Lazio sta lavorando contro il Covid-19 sin da gennaio. “Mentre gli altri parlavano di Bibbiano”. E che c’entra, assessore? Quella storia non è meritevole di essere conosciuta?
E Giannini (Lega) chiede conto a D’Amato
E poi, questa inutile esibizione. D’Amato, con la sua vanagloria, si è fatto pizzicare dal consigliere della Lega Daniele Giannini che gli ha ricordato le spericolatezze del governatore, che poi nel coronavirus ci è pure incappato personalmente. Ma l’insensibilità di D’Amato non si ferma neppure di fronte al malattia del capo (suo).
Dice Giannini: “Caro assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, le volevo ricordare che veramente Zingaretti era a Milano a fare aperitivi con Sala ed insieme abbracciavano cinesi infettando ed infettandosi. Se davvero la Regione Lazio il 21 gennaio era già in alert come mai il presidente Zingaretti minimizzava nelle interviste (parlando di normale influenza) e addirittura si recava a Milano (quella Lombardia presa di mira proprio dal suo partito) e si muoveva liberamente senza avvisare i cittadini del pericolo che stavano correndo? Se ‘fuori’ si parlava di Bibbiano e di Sardine, dentro il palazzo della Giunta regionale si parlava di Aperol Spritz”.
Sapevate del Covid ma Zingaretti andava a Milano
Una pessima figura, insomma, quella dell’assessore alla sanità del Lazio. Il governo Conte ha proclamato lo stato d’emergenza il 31 gennaio quasi alla chetichella e la regione Lazio era già all’opera? Grandiosa. Però nessuno spiega – ecco perché ha ragione Giannini – le sottovalutazioni del governatore rispetto al coronavirus, persino le grida al razzismo che avevano solo nella loro testa.
Lo stesso D’Amato per molte settimane ha tentato di sminuire la portata del Covid-19 parlando sempre di un virus che non colpiva mai i residenti. Salvo poi dover fare i conti con ben quattro zone rosse all’interno della regione Lazio. E soprattutto con tante persone morte anche dalle nostre parti a causa del male che viene dalla Cina.
Hanno fatto tante chiacchiere alla regione Lazio, hanno persino fatto pasticci incredibili sulle mascherine, hanno forzato la mano sui posti letto con i privati, hanno ingaggiato una battaglia incredibilmente ottusa contro l’apertura di posti letto di terapia intensiva al Forlanini.
Ma il buon gusto di tacere non contagia Alessio D’Amato. Che invece dovrebbe spiegare perché ha perso la parola quando Zingaretti se ne andava a prendere aperitivi a Milano o esaltava i ristoranti cinesi. Ci vogliono cinque minuti di vergogna. Magari anche per scusarsi di non avergli sconsigliato quel viaggio in Lombardia e le incredibili dichiarazioni che restano testimoniate in questo video eloquente.