La rivincita di Roccasecca. Il TAR boccia l’ampliamento della discarica, smentiti Conte e Zingaretti

Il primo round stavolta se lo sono aggiudicato il comune di Roccasecca dei Volsci. E il sindaco Giuseppe Sacco che aveva promosso il ricorso. Il TAR del Lazio si è pronunciato in prima istanza sul’ampliamento della discarica nel piccolo centro del frusinate, e ha detto di no. Niente innalzamento della collina di rifiuti a 16 metri e mezzo dunque, e niente quinto invaso. Rimane tutto come prima, e in realtà dal mese di marzo questa discarica doveva essere considerata esaurita. Come era stato stabilito dallo stesso governo nazionale, che poi però avrebbe  cambiato idea. Infatti a dicembre del 2019 la Regione Lazio pubblica una sua ordinanza, la G16506. Con la quale la competente Direzione ambientale esprime il suo giudizio positivo sulla possibilità di ingrandire la discarica di Roccasecca. Una decisione clamorosa, perchè già nel 2015 il Ministero per i Beni Ambientali aveva detto di no. Proprio in occasione della prima richiesta di ampliamento, sempre avanzata dalla società MAD di Valter Lozza. Per contrasto con il Piano paesistico regionale. Ma evidentemente l’emergenza della spazzatura lasciata nelle strade della capitale è tornata a bussare alle porte della politica. E si è ritornati alla carica, stavolta motivando l’esigenza anche dal punto di vista dell’emergenza sanitaria. Visto che nel frattempo stava esplodendo l’epidemia di coronavirus anche a Roma e in tutta la Regione.

Il TAR del Lazio dice no all’ampliamento della discarica di Roccasecca. Smentiti Zingaretti e il governo

A seguito dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, la Regione Lazio ha provato nuovamente ad ottenere l’ampliamento della discarica di Roccasecca dei Volsci. Autorizzando l’innalzamento della collina dei rifiuti fino ad oltre sedici metri. Tanto che il sindaco del piccolo comune del frusinate Giuseppe Sacco ha pensato perfino alle dimissioni. Non riusciremo neanche più a vedere le nostre montagne, aveva dichiarato il primo cittadino in una intervista di fuoco. E lo scopo era evidente, far confluire qui i rifiuti urbani di Roma. Che con Malagrotta chiusa, l’impianto AMA del Salario andato a fuoco e le infinite polemiche sulla nuova discarica rischiavano di restare nuovamente in mezzo alla strada. Anche se qualche struttura all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti urbani nella Regione esiterebbe. Stranamente però chi potrebbe svolgere questo lavoro come la RIDA Ambiente di Aprilia non ha una discarica dedicata. E allora la Direzione regionale ambiente ha puntato di nuovo sulla MAD per risolvere il problema. Almeno fino al 31 dicembre di quest’anno. Per farlo, la Regione Lazio ha bussato addirittura a Palazzo Chigi. E in piena emergenza Covid il governo Conte ha di fatto dato ragione a Zingaretti, autorizzando l’ampliamento della discarica per i noti motivi legati all’emergenza sanitaria. Peccato però che il comune di Roccasecca intanto avesse fatto ricorso al TAR contro l’ordinanza regionale. E adesso i giudici amministrativi hanno deciso. Eccesso di potere, e atto annullato. Roccasecca per ora è salva, ma dell’immondizia di Roma che succederà?

Dopo il no del TAR a Roccasecca la palla torna alla Raggi e a Zingaretti. E Roma rischia l’emergenza rifiuti

Ora che il TAR del Lazio ha detto di no all’ampliamento della discarica di Roccasecca dei Volsci la palla torna alla sindaca di Roma Raggi e al governatore Zingaretti. Perchè l’estate è alle porte e senza un sito dove smaltire i rifiuti urbani di Roma si rischia di nuovo di avere la spazzatura per strada. Con l’emergenza Covid ancora non completamente debellata. Così a via Cristoforo Colombo si sarebbe tenuta una riunione notturna di emergenza per valutare altre possibili soluzioni. Che però ad oggi sembrano clamorosamente mancare. Perchè certo non si potrà aspettare la nuova discarica della capitale, ammesso che la si faccia davvero. E che sorga a Monte Carnevale. In un sito che in qualche modo fa riferimento sempre allo stesso imprenditore. Con la inevitabile scia di polemiche e ricorsi. Resta la possibilità di chiedere aiuto alle altre Regioni o di mandare la spazzatura all’estero. Con costi altissimi e il rischio del danno erariale. Oppure di liberalizzare davvero il mercato, consentendo a tutti gli imprenditori capaci e onesti di lavorare. Vedremo, intanto a Roccasecca si festeggia lo scampato pericolo. Almeno per questa gente, la telenovela dei rifiuti di Roma e del Lazio sembra essere finita bene.

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