La rivolta degli Avvocati, così calpestate la nostra dignità

Non si può lavorare in queste condizioni, e così è a rischio la dignità di tutta l’Avvocatura. Questa la denuncia espressa dall’Avvocato Gaetano Lauro Grotto dell’Ordine di Roma, presidente dell’associazione Ius Gentium. Va bene il deposito telematico, perché è anche comodo depositare i fascicoli in cancelleria senza muoversi dallo studio. Ma la trattazione telematica è una follia. In parole povere, noi Avvocati non possiamo più vedere il giudice e neppure parlargli direttamente. Mentre l’oralità è alla base del processo nel nostro ordinamento giuridico. Si inizia con le file fuori dagli uffici giudiziari, prosegue Lauro Grotto. Anche un’ora per poter entrare nei locali e parlare con un sostituto del cancelliere. Che poi al telefonino chiama il suo collega. E bisogna tenere a mente il numero di ruolo del procedimento che ci riguarda.

Ovviamente di vedere con il giudice non se ne parla. Così come sono sospese tutte le attività che comportano vicinanza fisica. Come sentire i testimoni o le parti. Ormai ci vengono notificati solo i rinvii d’ufficio  a studio. E la trattazione viene fatta sulla base di quanto trasmettiamo con la PEC alle cancellerie. Quando il sistema informatico funziona. Ma che difesa è mai questa? Manca assolutamente un equilibrio tra le parti. E la nostra professionalità viene mortificata in maniera inaccettabile.

L’Avvocato Lauro Grotto, inutile riaprire i Tribunali con queste regole. Un processo senza vedere il giudice non esiste e calpesta la dignità della difesa

E’ inutile riaprire i Tribunali se non si può svolgere liberamente la nostra professione. Questa la denuncia dell’Avvocato Lauro Grotto del Foro di Roma, che va all’attacco anche del ministro Bonafede. Non possiamo più parlare con i giudici, spiega il professionista romano. Prima c’era solo il deposito telematico dei fascicoli, adesso siamo alla trattazione virtuale. Ma il processo nasce orale, senza parlare e spiegare le proprie ragioni la difesa non è garantita. O almeno non come il codice e l’etica professionale prescrivono. E poi c’è la dignità di noi Avvocati. Stiamo in fila davanti all’ingresso del Tribunale solo per parlare con il cancelliere. E spesso veniamo anche apostrofati bruscamente dagli addetti alla sorveglianza, per il rischio di essere troppo vicini. Impossibile accedere alle aule di udienza o andare fisicamente in cancelleria. E parlo del rito civile, prosegue Lauro Grotto. Nel penale può accadere anche di peggio. Come discutere in video conferenza davanti al Tribunale di sorveglianza per la scarcerazione di un nostro assistito senza neppure poterlo vedere in faccia.

Servono subito protocolli con la categoria. Il ministro Bonafede ci deve rispondere

Servono immediatamente dei protocolli chiari. Nei quali il governo e il ministro Bonafede dicano chiaramente agli Avvocati come svolgere la nostra professione. Garantendo la corretta difesa del cliente. Che rimane un principio sancito dalla nostra Costituzione. E coniugando la giusta sicurezza di tutti con la possibilità di lavorare. Anche perchè su tutta la vicenda della gestione dell’emergenza covid 19 potrebbero a breve scatenarsi tantissimi contenziosi. E vorremmo essere in grado di patrocinare al meglio i nostri assistiti. Quando anche le istituzioni potrebbero essere chiamate a rispondere delle scelte fatte. E degli eventuali errori commessi. Allora conclude l’Avvocato Lauro Grotto ci sarà da divertirsi.