“La Rosa dell’Istria”, film tv sull’esodo italiano in onda sulla Rai il 5 febbraio

esodo giuliano dalmata

La rosa non si semina come altre piante, ma si riproduce per talea, prelevando porzioni di rami giovani da interrare da cui si svilupperanno poi le nuove radici. E “La Rosa dell’Istria” è il titolo del film tv, prodotto da Rai Fiction con Publispei e Venicefilm, diretto da Tiziana Aristarco, protagonista Andrea Pennacchi – con un cast composto fra gli altri dalla giovanissima attrice albanese Gracjela Kicaj al suo esordio, Eugenio Franceschini, Clotilde Sabatino e Costantino Seghi – in onda il 5 febbraio in prima serata su Rai1 e Rai Play e dedicato al tema storico dell’esodo istriano e dalmata a cavallo tra la fine della seconda guerra mondiale e il primo dopoguerra.

Il dramma dell’esodo forzato causato dai comunisti

La storia segue la vicenda di una famiglia, con un medico interpretato da Pennacchi, la moglie e i tre figli, alle prese con i crimini dei partigiani comunisti titini, l’esodo forzato per sfuggire alla morte, la difficile accoglienza in Italia voluta proprio dal Pci, in un dramma in cui si inserisce anche la contrastata relazione della giovane figlia con un ragazzo che la stimola a seguire il suo istinto artistico, mentre il padre la preferirebbe dedita agli studi scolastici per costruirsi e garantirsi un futuro più sicuro. “Con questo film tv vogliamo condividere un passaggio storico travagliato del nostro Paese – spiega Maria Pia Ammirati, presidente di Rai Fiction, durante la conferenza di presentazione nella sala Zavoli di viale Mazzini -.

Un film realizzato in Italia che andrà anche all’estero

“Come è bene ricordare la tragedia della Shoah, lo è anche ricordare tutti gli umiliati e gli offesi che hanno subito un dramma, come individui, come famiglie e come popolo”. Un progetto di cui Verdiana Bixio presidente di Publispei sottolinea “lo sforzo produttivo, per un grande film italiano che spero girerà anche all’estero, con oltre ottanta location sparse nel Friuli”, mentre è stata esclusa l’eventualità di girare alcune scene direttamente in Istria, “sia perché servivano luoghi più incontaminati, sia perché lo spirito che ancora aleggia in quei posti non è propriamente favorevole…”, come ammette Alessandro Centenaro di Venicefilm.

Ferite ancora aperte in quelle zone

La regista Tiziana Aristarco confessa che “nel territorio dove abbiamo girato il film, ho trovato ancora ferite aperte che non mi aspettavo: La Rosa dell’Istria ci aiuterà anche a capire il passato e il presente. Raccontiamo una piccola storia familiare ma che è parte di una storia universale: la Rai rappresenta un po’ la nostra memoria”. Quanto all’attore protagonista, Andrea Pennacchi, “mi riconosco totalmente nel personaggio e nella sua famiglia, costretti ad affrontare la grande Storia vivendo al tempo stesso il dramma di una tragedia familiare e di una commedia umana. Le piccole storie sanno raccontare ancora meglio i grandi drammi di chi schiacciato dal tallone della Storia. La memoria propria è spesso diversa da quella che insegnano a scuola e questo – sottolinea Pennacchi”.

(di Enzo Bonaiuto per Adnkronos)