La Russa a tutto campo al discorso di Natale: “In Italia non c’è ancora la pacificazione nazionale” (video)

La Russa Natale

“Vorrei che facessimo passi in avanti, anche piccolissimi, su due aspetti: uno, che ho già detto al momento in cui sono stato eletto, è quello della pacificazione, e nessuno mi venga a dire che non ce n’è bisogno in Italia, a 77 anni dalla fine della guerra siamo ancora in un interminabile dopoguerra”. Così il presidente del Senato Ignazio La Russa, nel tradizionale scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare.

“L’altro passo, che ci riguarda ancora più da vicino – continua la seconda carica dello Stato – è quello di dare ancora più dignità alle istituzioni e il mio pensiero è che in questa opera la stampa sia essenziale, anzi sia decisiva”. La Russa, storico esponente della destra, torna poi sollecitato dai giornalisti sul tema del 25 aprile, festa della Liberazione: “La mia partecipazione alle celebrazioni? Dipende” sottolinea la seconda carica dello Stato, escludendo la sua presenza a manifestazioni dove si viene “spintonati e insultati, immaginate cosa succederebbe se ci andassi io… Persino le brigate ebraiche erano mal tollerate”. “Quale altro modo? Quello che ho già fatto in passato – aggiunge La Russa – quando ero al vertice del ministero della Difesa sono andato a Milano al cimitero dove c’è una statua marmorea dedicata ai partigiani e ho portato un enorme mazzo di fiori, che credo siano il segno del mio riconoscimento per chi ha dato la vita per riconquistare la libertà”.

 

La Russa sul Qatargate: “Un grande danno d’immagine per l’Italia”

Tra i temi dell’attualità politica affrontati dal presidente del Senato, c’è la legge finanziaria: “Il tempo dalle elezioni alla legge di bilancio è stato veramente minimo” premette La Russa, lanciando un appello affinché non si arrivi all’esercizio provvisorio, ovvero non si vada oltre il limite del 31 dicembre per l’approvazione del provvedimento da parte di Camera e Senato: “L’esercizio provvisorio va evitato, perché non è qualcosa che danneggia il governo o una parte politica, ma perché sarebbe un danno per l’immagine dell’Italia. Ci sono dei momenti in cui maggioranza e opposizione devono avere come stella cometa l’interesse nazionale e il bene dell’Italia”.

Il presidente del Senato interviene inoltre sul ‘Qatargate'”: “Pensate che mancassero le leggi per impedire quello che è successo a Bruxelles? Non mancavano leggi, regolamenti o la morale che dovrebbe essere insita, bisogna lavorare più in profondità innanzitutto sulla qualità della politica e io credo che il modo migliore sia la passione per la politica, che non bisogna perdere perché è la condizione affinché non vi siano influenze né straniere né italiane”. “Se norme devo immaginare e sollecitare – aggiunge – sono norme che regolamentino la lecita attività di lobbismo, definendo le colonne d’Ercole”. Infine, una battuta sul calcio giocato: “Devo dire che ai mondiali tifavo Argentina, se non fossi italiano vorrei essere argentino. Ho una passione per l’Argentina, non fosse altro perché è il Paese con più italiani, basta guardare i cognomi”.