La Russa rende omaggio a Jan Palach: chi era l’eroe anticomunista cantato pure da Guccini

tomba Jan Palach (2)

Dal presidente del Senato Ignazio La Russa parole chiare. “La capacità di contrastare ogni forma di regime totalitario potrà venire dall’attuazione di politiche coraggiose, dalla capacità di realizzare veri processi di pacificazione e dando testimonianza delle aberrazioni di tutti i regimi totalitari. Così come lo stesso Parlamento europeo fece solo pochi anni fa approvando un’importante risoluzione di tutti i totalitarismi del secolo scorso. Oggi stesso, approfittando della mia presenza qui a Praga, ho voluto aggiungere due appuntamenti importanti alla mia agenda e che si legano al tema di questa Conferenza: renderò quindi omaggio alle tante vittime della ferocia nazista recandomi a Terezin e sono gia stato al monumento dedicato a Jan Palach, come ho sempre fatto ogni volta che sono venuto a Praga.

La Russa: importante risoluzione Ue contro tutti i totalitarismi

E l’ho fatto – ha continuato – anche stavolta perché non potevo certo mancare di rispetto verso la vostra storia. Era ed è importante in questa sede così significativa e prestigiosa, portare un messaggio molto chiaro: le Istituzioni nazionali ed europee devono lavorare e stanno lavorando per assicurare indipendenza e libertà ai loro popoli”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, nel suo intervento a Praga per la Conferenza dei presidenti dei Parlamenti degli Stati membri dell’Ue.

La storia di Jan Palach oscurata per decenni dalla sinistra

Ma forse non tutti i giovani conoscono la storia di Jan Palach, anche perché la sua vicenda a lungo tenuta nascosta dalla sinistra internazionale, e anche italiana. Jan Palach, lo studente di Praga che oltre 50 anni fa si immolò in piazza San Venceslao per protestare contro la brutale invasione sovietica della Cecoslovacchia, è senza dubbio uno dei personaggi che più è entrato nella coscienza dell’Europa post bellica. Al tempo colpì l’immaginario soprattutto dei giovani, in quegli anni impegnati nelle contestazioni globali contro una società che consideravano vecchia e sorpassata. Il grande cantautore Francesco Guccini rievocò quella storia in una sua canzone, “Primavera di Praga”.

In Tibet i monaci si immolano contro il comunismo

Oggi a piazza San Venceslao, luogo del suo martirio, una lapide sempre adorna di fiori lo ricorda, e in tutta Europa ci cono migliaia di strade e piazze dedicate alla sua momoria. A Roma, ad esempio, la “sua” piazza è al Villaggio Olimpico, al Flaminio, e ogni anno molti giovani vanno a deporre una corona di fiori per ricordarne il gesto estremo di protesta per la libertà, gesto a cui seguì nei mesi successivi, quello analogo di altri sei giovani, purtroppo non passati alla storia come lui. Quello che colpì fu la sua maniera di uccidersi, dandosi fuoco pubblicamente come facevano – e fanno – certi monaci orientali. Oggi in Tibet sono centinaia i monaci che si sono bruciati per attirare l’attenzione del mondo sulla repressione comunista cinese, così come ieri i giovani cecoslovacchi intendevano denunciare il comunismo sovietico.