La sanità del Lazio fa attendere troppo: ecco come recuperare i gravissimi ritardi

zingaretti morti virus

Nel Lazio esiste una autentica emergenza liste di attesa. Lo fa presente in una mozione il consigliere regionale Giuseppe Simeone, che analizza spietatamente la situazione e propone delle soluzioni. “Le liste di attesa – scrive Simeone – rappresentano uno dei grandi problemi della nostra regione, che costringe i cittadini, quando possono permetterselo a recarsi in altre regioni o a rivolgersi al privato per effettuare la prestazione di cui necessitano”. Simeone ha evidenziato quello che è sotto gli occhi di tutti. Ossia che “la pandemia non ha fatto che evidenziare i disagi a carico dei cittadini rispetto alla possibilità di accedere alle prestazioni. A pesare ci sono,ù da un lato le prestazioni da recuperare dopo la sospensione dovuta all’epidemia, dall’altro i tempi raddoppiati per ogni visita causati”.

La grande fuga dal Lazio per andarsi a curare altrove (chi può)

“Ogni anno – prosegue Simeone – sono circa 750mila i cittadini che si spostano per avere cure in regioni diverse da quella di residenza, quasi al nord. Uno studio di Nomisma ha calcolato che durante la pandemia questo flusso ha avuto un blocco pressoché totale. Stiamo parlando di persone che per oltre il 90% si sposta per ricoveri acuti in regime ordinario e che si sobbarca spese anche ingenti. Con la sospensione dei ricoveri differibili, Nomisma ha stimato che siano stati rimandati il 75% dei ricoveri per interventi chirurgici in regime ordinario. Considerando un blocco totale della attività per due mesi, questo significa 410mila
ricoveri per interventi chirurgici da riprogrammare”.

Ecco le Asl “maglia nera”

E’ vero, dice il consigliere regionale che con l’uscita dalla piena fase emergenziale l’attività sanitaria sta tornando seppure lentamente alla normalità. Tuttavia, stando quanto riportato dalla stampa e dallo stesso sito della regione Lazio la prima settimana di giugno 2021, nel suo monitoraggio settimanale delle attese, ad oggi per trovare posti liberi nelle agende delle liste d’attesa si deve ricorrere al calendario delle
prestazioni previste per il 2022. Infatti ben metà delle prestazioni con prenotazioni cosiddette differibili (quelle per i casi non urgenti), l’Asl Roma 2 e 5, oltre all’Asl Latina, presentano il bollino rosso che corrisponde all’inaccessibilità”. Una situazione gravissima.

La sanità del Lazio non rispetta i tempi previsti dalla legge

Tanto più che i tempi massimi previsti dalla legge sono entro 30 giorni per le visite specialistiche e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici. Il consigliere di Forza Italia sottolinea che la “maglia nera” va all’Asl Roma 2, che ha il bollino rosso su 21 delle 42 prestazioni erogabili e presenta lo 0,0% nel rispettare i tempi massimi in ben 6 casi. “Anche l’Asl Roma 5, che già presenta un elenco dimezzato di prestazioni prenotabili per l’utenza (22 invece di 44), ha l’esatta metà col bollino rosso, 11, di cui 2 con lo 0,0% di rispettare i tempi massimi. Nella Asl Latina, con 20 prestazioni su 39 prenotabili in codice rosso, a partire dallo
0,0% per alcune prestazioni. Insomma, il Lazio nel 2020, stando la denuncia del Rapporto SalutEquità, e ha perduto il 36,4% dei ricoveri programmati, il 33,6% degli screening, il 31,5% delle visite specialistiche e degli esami ambulatoriali.

Arretrati di prestazioni incolmabili

Nel novembre 2020 l’arretrato da recuperare nel Lazio, stando quanto riportato anche dalla stampa e come ammesso dalla stessa Regione, era di ben 756 mila prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza epidemiologica durante il lockdown. Disatteso è però rimasto l’impegno della Regione Lazio che aveva annunciato di voler recuperare entro dicembre 2020, almeno nella quota del 90% del totale. Tutti i piano che la Regione Lazio ha predisposto per l’abbattimento delle liste di attesa dal 2013 ad oggi sono miseramente naufragati. Ma le liste di attesa sono rimaste tal quali. Per l’esponente azzurro adesso serve un concreto cambio di passo perché se non si agisce subito, chi potrà, continuerà a ricorrere al privato per aggirare i tempi di attesa, chi non potrà continuerà ad
attendere o rinunciare, andando ad aumentare la platea delle persone che non sottoponendosi ad esami diagnostici e visite rischiano di sviluppare patologie gravi o gravissime.

Simeone: attuare subito un piano di rientro

Pertanto nella mozione si impegna la Regione Lazio a mettere in campo un Piano regionale di “rientro” sulle liste di attesa. Contenente la dotazione finanziaria adeguata per l’implementazione delle piante organiche delle strutture erogatrici, dei macchinari. Nonché per consentire un allungamento delle fasce orarie e dei giorni, compresi i weekend in cui effettuare gli esami, per il recupero
dell’arretrato. In grado di supportare, orientare e accompagnare in modo unitario le singole Asl e Aziende ospedaliere con la definizione di strategie, azioni, risorse economiche, tempistiche precise. Inoltre di agevolare la nascita di centri diagnostici pubblici che contribuiscano all’abbattimento delle liste di attesa. Infine, di definire un sistema stringente e costante, almeno trimestrale, di monitoraggio rispetto
alla implementazione e agli effetti del piano al fine di consentire interventi rapidi e risolutivi laddove si verifichino tempistiche più lunghe di quelle previste dalla normativa vigente in materia.