La scomparsa irrisolta della piccola Kata frutto di una città fuori controllo

E’ iniziato oggi, all’ex hotel Astor di via Maragliano a Firenze, un nuovo sopralluogo dei Carabinieri, nell”inchiesta che ipotizza il sequestro a scopo di estorsione di Mia Kataleya Chiclo Alvarez, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa dallo scorso 10 giugno. Vi partecipano anche gli investigatori dello squadrone “Cacciatori Calabria”, un’unità speciale dell’arma dei Carabinieri, addestrato a operare in contesti di sequestri di persona e di lotta alla criminalità organizzata. Il nuovo sopralluogo definito dagli inquirenti più invasivo dei precedenti, con l’obiettivo di ricercare possibili tracce della piccola Kata in ogni intercapedine dell’albergo occupato al momento della sua sparizione da oltre cento persone, soprattutto cittadini sudamericani e romeni.
Si pensa a rapimento a scopo di estorsione
L’ipotesi principale dei pubblici ministeri è che Kata sia vittima di un sequestro di persona a scopo di estorsione, che deriverebbe dai rapporti conflittuali tra gli occupanti le stanze che poi sfociati nei reati commessi durante l’occupazione dell’ex hotel. Alcuni stretti familiari della bambina coinvolti in quei reati e già arrestati. Tra le ipotesi sul rapimento di Kata c’è anche quella di una ritorsione per il racket degli alloggi nell’ex albergo, che ad agosto portò in carcere lo zio materno della piccola scomparsa. Neppure la pista della pedofilia è del tutto esclusa dall’inchiesta. Il sopralluogo iniziato questa mattina nell’ex hotel Astor è mirato alla ricerca nell’edificio di tracce della bambina o di chi l’avrebbe rapita.

Il padre Kata di nuovo in carcere per aggravamento della misura
Intanto Miguel Angel Chiclo Romero, padre di Kata, arrestato, ieri sera, in esecuzione di una misura cautelare della Corte di Appello di Firenze, che sostituisce la precedente misura dell’obbligo di firma a cui l’uomo sottostava da quando, nel giugno scorso, ottenne la scarcerazione. “La motivazione – dice l’avvocato Filippo Zanasi, difensore – è nella mancata presentazione di Miguel presso la caserma dei carabinieri in due sole occasioni, in altre presentato in ritardo. Siamo fiduciosi di chiarire quanto prima che tale condotta non fu per sottrarsi all’obbligo ma per ragioni che rappresenteremo alla magistratura”. “L’arresto – aggiunge l’avvocato Sharon Matteoni, legale della mamma di Kata – non ha a che vedere con l’indagine che riguarda la scomparsa della bambina”.
Il racket delle camere dell’hotel occupato dietro la scomparsa
Secondo gli investigatori sarebbe stato il mercato dell’affitto delle stanze tra immigrati nello stabile occupato il motivo della presunta ritorsione che si sarebbe abbattuta sulla bimba. Il “racket delle camere” è, del resto, un’altro filone di indagine seguito dagli inquirenti nell’inchiesta principale legata al sequestro di persona, che all’inizio di agosto ha portato a quattro misure cautelari, con la detenzione in carcere dello zio materno di Kata.