“La scuola apre domani e miracoli non se ne fanno”. Preoccupazioni per le riaperture

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Preoccupazioni per la scuola. “L’inizio del nuovo anno scolastico è dietro l’angolo, ma da più parti si percepisce una tendenza all’attendismo che di certo non giova al mondo della scuola. Il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione centinaia di milioni di euro per aumentare la sicurezza all’interno degli istituti. Grazie all’installazione di dispositivi di aerazione, ventilazione meccanica e sanificazione. Si stanno affrontando i nodi della stabilizzazione degli insegnanti precari e del sovraffollamento delle classi, ma sul piano sanitario sono ancora troppe le incertezze che circondano la ripresa della didattica a settembre”. Lo dichiara Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione.

Farsi trovare preparati per il ritorno a scuola

“Limitarsi a dire che l’avvio dell’anno scolastico sarà con mascherine e distanziamento, quindi esattamente come nel 2020, non è sufficiente. Ci sono altre questioni fondamentali che possono incidere a fondo su come si tornerà in classe e su cui chiediamo chiarezza alle autorità sanitarie e al Comitato Tecnico Scientifico. Ad esempio il tema del monitoraggio e del tracciamento del virus. I tamponi salivari sono stati autorizzati dopo una lunga attesa. Ma poi si è lasciato che le amministrazioni locali procedessero in ordine sparso senza indicazioni precise. Bisogna necessariamente completare la vaccinazione del personale della scuola – sottolinea Sasso –. E c’è uno dei nodi più delicati, quello dei trasporti. Ci vuole un cambio di passo perché il tempo stringe e farsi trovare impreparati al ritorno in classe sarebbe imperdonabile”.

Costa: non possiamo non ritornare a scuola in presenza

Secondo il il sottosegretario alla Salute Andrea Costa “Non ci possiamo assolutamente permettere di non riprendere l’anno scolastico in presenza. Non possiamo più permettere ai nostri ragazzi di perdere ulteriore tempo e opportunità, nella consapevolezza che la scuola rappresenza non solo un percorso di formazione, ma anche educativo e di inclusione. Va messo in campo uno sforzo maggiore. Anche nei giovani dobbiamo incentivare la vaccinazione”. Sull’obbligo del vaccino per accedere a scuola? “Non abbiamo i dati con certezza se il problema è di coloro che non vogliono vaccinarsi. E’ indubbio che con il passare dei giorni e questi dati emergeranno e a quel punto saremo chiamati a fare una riflessione. Se ci dovessimo trovare davanti a una situazione in cui molti cittadini rifiutano il vaccino – avverte – la politica dovrà riflettere”.

Pessimista l’ex capo del Cts Miozzo

Piuttosto pessimista Agostino Miozzo, ex capo del Comitato tecnico-scientifico. “Non facciamoci illusioni, sarà un altro anno da vivere in emergenza, la scuola apre domani e miracoli non se ne fanno”. La variante Delta “diventerà prevalente e, probabilmente, da qui a settembre vedremo un rialzo dei contagi. Non andrà come l’anno scorso, non avremo picchi di ricoveri in terapia intensiva o diversi di morti al giorno, ma saremo comunque in una situazione di instabilità, con focolai che si svilupperanno qua e là. Senza essere una Cassandra, non mi sentirei troppo tranquillo”. E aggiunge: “In Italia abbiamo più di 2 milioni e mezzo di over 60 ancora in attesa di vaccinazione. E mi chiedo: quanti di questi sono operatori scolastici? Sappiamo che circa il 15% del personale scolastico, oltre 200mila persone, non ha ricevuto nemmeno una dose.

“Abbiamo ancora troppi non vaccinati”

I più anziani tra loro rischiano conseguenze serie in caso di focolai a scuola. È un problema che va affrontato subito. Credo che in questa fase serva una forte moral suasion verso i reticenti, ma che in prospettiva si deve andare verso l’obbligo di vaccinazione per chi sta a contatto con gli studenti. Se hai la possibilità di vaccinarti e ti rifiuti, non puoi andare in classe”. Quanto al vaccino anti-Covid obbligatorio per andare a scuola, Miozzo afferma che “prima bisogna garantire a tutti gli studenti la possibilità di vaccinarsi, dai più grandi ai più piccoli. In futuro trattare il Covid come il morbillo. Certo si deve lavorare molto e bene sulla comunicazione, per tranquillizzare. Purtroppo è logico aspettarsi nuove sospensioni dell’attività in presenza. Comunque, se fai il no vax, accetti le conseguenze”.

Nella fascia 12-19 abbiamo l’82,6% non vaccinato

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, condivide le preoccupazioni espresse. “Noi al momento nella fascia 12-19 abbiamo l’82,6% non vaccinato. La preoccupazione di Miozzo è anche legata al fatto che non abbiamo fatto interventi strutturali nelle scuole. Se non si interviene in questi mesi estivi le problematiche saranno le stesse dell’anno scorso. A maggior ragione la vaccinazione è un’arma che dovrebbe essere utilizzata”.