La sinistra – ma non solo – ha chiuso 200 ospedali in 10 anni. Riapriamoli, ne avremo bisogno

ospedale forlanini

Gli ospedali chiusi dalla sinistra vanno riaperti. Si parla di 200 nosocomi chiusi in 10 anni. Tra cui il Forlanini e il San Giacomo, solo per fare due esempi. E in tutti questi anni di spending review, la sinistra che si è avvicendata al governo non ha mai manifestato l’intenzione di riaprirne neanche uno. Nonostante le richieste e le petizioni giunte da più parti. Lasciando colpevolmente andare in malora le strutture che oggi ci tornerebbero utilissime.

E’ la richiesta di “Periferia Italia”

E’ la richiesta del Segretario di Periferia Italia, Antonio Tedeschi. “Il Recovery Plan presentato in questi giorni alle Camere, dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, non prevede fondi sufficienti per la Sanità. Per questo abbiamo lanciato la campagna di sensibilizzazione Il virus è invisibile, noi no! – #Riapriamoli, per la riapertura dei 200 ospedali chiusi in 10 anni.

Appello a Draghi per la riapertura dgli ospedali

Questo è infatti l’appello che rivolgiamo a Draghi per accantonare la proposta sulla riapertura degli ospedali di comunità che rappresenta soltanto fumo negli occhi degli italiani”. “Se la politica sanitaria portata avanti in questi decenni non avesse fallito su tutti i fronti, il nostro Paese sarebbe sicuramente riuscito a fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Tagliare i fondi alla Sanità infatti vuol dire giocare con la vita di tutti noi, in particolare con quella dei cittadini che vivono nelle aree interne e nelle periferie. La troppa distanza dagli ospedali può essere fatale.

La malagestione della sanità dura da decenni

È proprio per rispettare il diritto alla salute, che Periferia Italia lancia iniziative, petizioni, presidi, manifestazioni, proteste online su tutto il territorio nazionale – annuncia Tedeschi -. Nello schema di Recovery Plan, elaborato da Periferia Italia, il tema salute assume un ruolo centrale e prioritario. Per il quale riteniamo doveroso e necessario investire con fondi adeguati a colmare le falle di una gestione lacunosa che dura da decenni.

Recuperare tutto il sistema ospedalieri

E garantire la copertura di tutte le esigenze presenti e future del settore, soprattutto riguardo ai dipartimenti di Emergenza-Urgenza, grazie allo stanziamento di 27,6 miliardi”. “Lo stanziamento – spiega il segretario di Periferia Italia – si tradurrebbe innanzitutto nel recupero del sistema ospedaliero rilanciando le strutture pubbliche svuotate dei reparti. Poi i Dipartimenti di Emergenza-Urgenza, la riorganizzare del sistema Asl nazionale, che attualmente non funziona, attraverso l’adeguamento e la modernizzazione di tutte le sedi regionali e territoriali”.

45mila i posti letto tagliati negli ospedali

“Secondo il più recente rapporto sullo stato del Ssn, infatti, pubblicato a settembre 2019, tra il 2007 e il 2017, sono stati chiusi circa 200 ospedali. Quindi tagliati 45 mila posti letto, ridotto di 10 mila unità il personale medico e di 11 mila quello infermieristico. Situazione che si aggrava ancor di più nei casi di emergenza. A fronte di un simile numero di accessi al pronto soccorso, tra il 2013 e il 2018, analizzando i report del Ssn, sono state chiuse il 10% delle strutture, e si sono ridotte del 15% le ambulanze.

Periferia Italia cita l’articolo 32 della Costituzione

Sono questi dati che ci hanno indotto a portare avanti questa battaglia di civiltà per ridare dignità ai malati. Nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione italiana che recita: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

L’Italia insomma ha un’ulteriore possibilità di riscatto sul fronte sanitario. È fondamentale che il Presidente del Consiglio non faccia perdere al nostro Paese l’ultima vera occasione”, conclude Tedeschi.