La strana coppia: “Nessuno tocchi Caino” va a via Napoleone III invitato da CasaPound

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Nessuno tocchi Caino e CasaPound. Un asse inaspettato contro il “dramma civile e sociale” delle carceri. Si è tenuta ieri sera nel palazzo occupato di via Napoleone III la conferenza organizzata dal movimento guidato da Gianluca Iannone con l’associazione affiliata al partito radicale. Questa ha visto presidente, segretario e tesoriere di Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, dialogare con l’avvocato veronese Roberto Bussinello e il caporedattore del Primato nazionale Valerio Benedetti. Una conferenza affollatissima, trasmessa in diretta su Radio Radicale, che era stata ovviamente preceduta anche da qualche polemica che ha coinvolto anche il mondo radicale.

Rita Bernardini: “Facciamo un tratto di strada insiene”

“Ci sono cose che possiamo fare insieme” ha voluto chiarire subito Bernardini rivolgendosi agli esponenti di Casapound. E aggiungendo: “Non nego di aver ricevuto anche insulti quando ho postato la locandina di questo evento. E mi sorprende che ci siano anche elementi radicali tra chi ha reagito così. Evidentemente hanno dimenticato la lezione di Pannella, di quel suo faccia a faccia con Almirante che fu un momento alto del dibattito politico. E poi hanno dimenticato anche che qui è venuto il nostro Massimo Bordin a parlare di Radio Radicale. Con Casapound ho fatto qualche anno fa un’ispezione nel carcere di Viterbo, ne venne fuori un ottimo lavoro. Il mio invito è dunque a fare un tratto di strada insieme. E a confrontarci anche su altri temi: un dibattito su proibizionismo e antiproibizionismo, potrebbe essere molto interessante”.

Nell’immaginario collettivo CasaPound è la “tana di Caino”

Sullo stesso tema D’Elia ha spiegato come “l’incontro anche con l’altro da noi sia la cifra dei Nessuno tocchi Caino”. “Nell’immaginario collettivo questa è la tana di Caino – ha detto facendo riferimento a Casapound – ma l’umanità di Caino va tutelata perché la tutela di chi è altro da noi è creativa. Ci dicono che dovremmo andare piuttosto nelle sezioni del Pd, degli altri partiti… e noi ci andiamo, ma ci stanno ancora?”. Insomma, per D’Elia “qualsiasi proposta di ‘riduzione del danno’ va appoggiata”. E con Casapound dunque l’asse è possibile. Anzi, un punto di contatto è stato trovato proprio sul “superamento dell’istituzione carcere” di cui ha parlato l’avvocato Bussinello. Bussinello ha raccontato di alcune situazioni limite che si è trovato ad affrontare nell’esercizio della sua professione.

Il problema del “carcere criminogeno”

“Nella Costituzione mai citata la parola carcere – ha detto sul punto Bernardini -. Nell’articolo 27 si parla piuttosto di pene al plurale”. Al centro del dibattito anche la questione del “carcere crimonogeno” e della necessità di spingere sulle pene alternative. “Oltre il 70% di chi esce torna a delinquere – ha detto Bernardini -. Mentre per chi accede alle pene alternative il tasso di recidiva è al 5%”. Sintonia anche sulla questione del “panpenalismo”, ossia “l’introduzione bulimica di reati nell’ordinamento italiano” tirata in ballo da Zamparutti. Il quale ha stigmatizzato come il diritto penale sempre più di frequente “usato per governare qualsiasi problema sociale”. Bernardini ha ricordato come, secondo uno studio, siano “35mila le fattispecie di reato in Italia e 150mila le leggi”, numeri che “non esistono in nessun altro Paese europeo” e che rendono impossibile al cittadino destreggiarsi tra le norme, di fatto invalidando il principio ignorantia legis non excusat.