La truffa corre sul web: ecco come mettevano in affitto “case fantasma”

truffe sul web

Le indagini sono partite dalla denuncia per truffa sul web presentata, alla fine di agosto, negli uffici del Commissariato di Civitavecchia diretto da Paolo Guiso, da un 52enne, cittadino italiano.

L’uomo era alla ricerca di un appartamento per la propria figlia. La giovane è iscritta all’Università di Bologna. Il papà, dopo aver inserito un annuncio su vari siti internet, fornendo tutti i suoi contatti, ha ricevuto un messaggio tramite una nota applicazione di messaggistica. Una donna gli aveva scritto offrendogli un appartamento. Un locale corrispondente alle sue richieste, al costo di 650 euro al mese.

Ma la gentile signora era una truffatrice

Dopo una breve trattativa con messaggi, si sono accordati per la cifra pattuita che la donna ha chiesto le venisse inviata tramite ricarica sulla sua carta di credito. L’uomo le ha però inviato solo un acconto di 350 euro, in attesa di vedere l’appartamento.

Dopo pochi giorni, la donna ha ricontattato, sempre con messaggio, il 52enne richiedendo l’anticipo del versamento di due mesi di affitto con la motivazione di aver ricevuto altre richieste per l’appartamento e, nel tentativo di convincerlo, ha evidenziato di avere problemi economici e familiari e che avrebbe restituito il denaro appena possibile, inviando, a garanzia di ciò, una foto della propria carta d’identità.

L’uomo insospettito ha risposto chiedendo la restituzione della somma già versata come acconto in quanto non più interessato all’affitto, senza però ricevere risposte dall’utenza telefonica che lo bloccava sull’applicazione.

Truffa sul web: un inganno ripetuto più volte

Dalle indagini è emerso che il numero telefonico utilizzato per contattare le vittime è un’utenza francese. Mentre l’intestataria del documento inviato effettivamente corrispondente a quelle generalità, risiede a Bergamo. Inoltre nel mese di settembre, dopo aver appreso che ignoti avevano effettuato delle truffe con le stesse modalità (proposte di affitti nelle principali sedi di Università del nord), aveva presentato denuncia alla Questura di Bergamo per il reato di “sostituzione di persona”.

Gli agenti, inoltre, dopo aver acquisito copia del documento utilizzato per l’attivazione della carta di credito sono risaliti all’intestatario, un uomo 50enne di Rignano Flaminio con precedenti di polizia, l’uomo, identificato, ha confermato di aver attivato la carta di credito per conto del cognato il quale  avrebbe dovuto inviarla in Francia. I due uomini sono stati denunciati in stato di libertà per la truffa sul web e la conseguente frode informatica.