Lady marijuana, la signora ‘stupefacente’ con la piantagione a Casalotti

A Roma in località Casalotti i Carabinieri hanno sequestrato un terreno di 500 mq destinato alla coltivazione di marijuana. Le piante alte fino a 2 metri erano circa 170. Tutte ben coltivate e sottoposte a un moderno impianto di irrigazione. Una donna romana di 42 anni è stata deferita in stato di libertà perché proprietaria del fondo attiguo da cui si allacciava l’impianto di irrigazione per innaffiare la piantagione illegale. Non è il primo caso di coltivazione illegale di droga a Roma nel 2020. Infatti il 23 febbraio scorso tra Casalotti, Formello e Ottavia i Carabinieri in un week end hanno sequestrato un chilo di sostanze stupefacenti tra marijuana hashis coca e shaboo. Sequestro a cui ha fatto seguito l’arresto di 4 pusher. All’epoca nella zona Casalotti gli agenti avevano tratto in manette un giovane studente incensurato in possesso di 700 grammi di hashis. Che aveva con sé tutto il materiale per il confezionamento e lo spaccio. Arrestato su disposizione dell’Autorità Giudiziaria il minorenne era stato accompagnato al centro di prima accoglienza di Roma Virginia Agnelli.

Cannabis sì o cannabis no, la legge purtroppo non è chiara e succede come a Casalotti. Ma la droga uccide più del covid

Ma la marijuana si può coltivare come stavano facendo a Casalotti? Che cosa prevede la legge italiana in materia di cannabis e suoi derivati? Molti consumatori se lo chiedono. Perché questo settore è stato sempre caratterizzato da una forte aleatorietà. La base normativa sulla coltivazione della canapa e i suoi derivati in Italia è regolata dalla legge 242/2016. Per prima cosa questa norma ammette la coltivazione sul suolo nazionale se il seme di cannabis è stato preventivamente certificato. Pertanto il vivaista è tenuto a conservare la documentazione relativa alla provenienza della pianta e dell’acquisto dei semi. Tale documentazione deve essere conservata per almeno un anno e comunque fino alla vendita della pianta al pubblico. La situazione si complica quando si parla dei derivati della marijuana. La legge italiana prevede che si possano ottenere prodotti derivati dalla pianta ma solo se il TCH è inferiore allo 0,6%. Sotto questa soglia non si avrebbero infatti effetti psicotropi dannosi per la salute. Così si possono ottenere diversi prodotti derivati come pane, olio e biscotti. O anche fibre per l’abbigliamento.

https://www.ilcorrieredellacitta.com/news-roma/roma-sequestrata-maxi-coltivazione-di-marijuana-con-167-piante-denunciata-agricoltrice-stupefacente.html

Il governo ha tentato di inserire la legalizzazione delle droghe leggere anche nell’ultimo decreto

La cannabis può anche essere coltivata a scopo ornamentale. Unica deroga per motivi curativi: la percentuale di THC può arrivare legalmente allo 0,8 se si tratta di prodotti ad uso farmaceutico. Fuori da queste ipotesi l’utilizzo di considera illegale. Perciò in Italia la marijuana legale si può acquistare solo da rivenditori la cui tracciabilità è sicura. Ma certamente una legge più chiara e restrittiva sarebbe quanto mai auspicabile. Perché siamo preoccupati del covid, se i nostri ragazzi fanno a meno della mascherina. Ma se si drogano magari comperando la ‘roba’ in negozietti più o meno autorizzati allora va tutto bene. Misteri. E intanto il governo rosso giallo ha tentato di riaprire il fronte per estendere la legalizzazione delle droghe leggere anche nell’ultimo decreto rilancio. Ma il fronte trasversale delle opposizioni oltre a una parte del gruppo Misto e di Italia Viva hanno detto no in commissione. Minaccia sventata quindi, ma solo per ora. Se la legge fosse passata, la signora di Casalotti avrebbe potuto continuare ad innaffiare le 170 piante di marjiuana indisturbata.
https://www.repubblica.it/cronaca/2016/07/24/news/legalizzazione_della_cannabis_domani_alla_camera_tra_le_polemiche-144745379/