L’aeroporto di Fiumicino sfonda quota 50 milioni: record storico e Natale da pienone, Roma guadagna posizioni in UE

Fiumicino aeroporto, l'ingresso al Terminal 3

Contenuti dell'articolo

All’aeroporto di Fiumicino il contatore ha superato una soglia che pesa come un macigno, in senso buono: oltre 50 milioni di passeggeri in un anno, per la prima volta. Non è solo una medaglia da appuntarsi al petto: è una fotografia politica, prima ancora che economica. Roma torna a essere una porta d’Europa con numeri da grande capitale, con flussi in entrata e in uscita che dicono una cosa semplice: qui si muove gente, lavoro, turismo, affari. E quando questo accade, il territorio cambia pelle.

Natale da pienone: due milioni in 17 giorni

Il record arriva alle porte delle feste, cioè nel momento più delicato. Aeroporti di Roma prevede altri due milioni di viaggiatori tra il 22 dicembre e il 7 gennaio, più 180 mila a Ciampino. Tradotto per tutti: un pienone continuo, file, partenze, arrivi, bagagli, navette. Se regge l’aeroporto, regge un pezzo di città. Se non regge, il record diventa un titolo al contrario. È qui che la gestione smette di essere tecnica e diventa potere: organizzare la massa senza far saltare servizi e pazienza.

Perché cresce: più rotte, più compagnie, più Roma nel mondo

Il 2025 dovrebbe chiudersi oltre quota 51 milioni complessivi, con una crescita di oltre il 4% e più di due milioni di transiti in più rispetto all’anno precedente. Il motivo non è misterioso: un network enorme, 240 destinazioni, oltre 30 nuove rotte, circa 100 compagnie e perfino nuovi vettori entrati quest’anno. È la strategia dell’hub: non essere “un aeroporto e basta”, ma diventare un nodo. E i nodi, si sa, contano più delle strade: chi decide i collegamenti, decide anche dove passa il futuro.

America e Asia tirano la volata

A spingere davvero è il lungo raggio. Il Nord America resta il motore principale: 4,7 milioni di passeggeri, con un’estate capace di arrivare a picchi di 40 partenze al giorno e una crescita forte anche fuori stagione, quando di solito si tira il fiato. Anche l’Asia accelera: aumentano i movimenti, cresce la domanda verso Corea e Giappone, e rientrano collegamenti simbolici che pesano nella percezione internazionale di Roma. Nel frattempo il corto-medio raggio resta una base solida, alimentata da compagnie che puntano su Fiumicino come “casa” operativa.

Il peso politico del cielo: ITA-Lufthansa e il piano miliardario

Il boom non vive nel vuoto. Si incastra con un quadro industriale che conta eccome: l’asse tra ITA e Lufthansa, ad esempio, è una mossa che può consolidare Roma come hub del Sud Europa, spostando rotte e baricentri. Sullo sfondo c’è anche un piano di sviluppo che parla di miliardi di investimenti autofinanziati. Non è una questione per addetti ai lavori: significa cantieri, lavoro, indotto, appalti, occupazione. In pratica: soldi che girano e consenso che si costruisce. E quando un’infrastruttura cresce così, diventa automaticamente un terreno politico, perché decide chi vince e chi resta indietro.