L’agghiacciante collezionista di ossa della Magliana: mai trovato

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Si è tornato a parlare negli utlimi giorni del “collezionista di ossa” della Magiana, un mistero che appassionò Roma per anni. Vittime senza un colpevole. Delitti dal movente inspiegabile. Omicidi irrisolti. Storie tra loro slegate ma che hanno la stessa protagonista: Roma con le sue strade, le sue case e i suoi abitanti. Una città dalle atmosfere cupe e dagli innumerevoli lati oscuri, lontana mille miglia dall’immagine da cartolina illustrata tanto amata dai turisti di tutto il mondo. Mostri senza nome – Roma, la nuova docu-serie italiana in 4 episodi dedicata a ai più ingarbugliati cold case avvenuti nella Capitale tra gli anni ’90 e gli inizi del 2000. In onda su Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 119), ripercorre i diversi casi in maniera dettagliata, viaggiando nei meandri dei quartieri di Roma e nei segreti che nascondono.

Mai ritrovato il colelzionista di ossa della Magliana

Il film Il collezionista di ossa, non c’entra, perché è del 1999 ed è ambientato in America. La storia che ci riguarda invece inizia nel 2007 alla Magliana. Tutto cominicò nel luglio di 13 anni fa, nel 2007, quando scoppiò un incendio in via Pescaglia. Arrivarono i pompieri e spensero l’incendio. Dai resti del rogo, però, spuntarono come dei bastoncini anneriti. Un pompiere li osservò meglio, e scoprì che erano ossa, ossa umane. A farla breve, sotto i resti dell’incendio, c’era posato uno scheletro umano. Ovviamente non era morto lì, ma era stato deposto successivamente da qualcuno per motivi sconosciuti. Seguirono altre ricerche.

Ritrovati i documenti di un uomo parente di una vittima

Intanto sul greto del Tevere, poco distante, furono trovate delle chiavi e un marsupio con dei documenti, intestati a Libero Ricci, un pensionato che ogni tanto andava a pescare nei pressi. Il suo corpo non fu mai trovato, e anche oggi è classificata come persona scomparsa. Ma Libero Ricci, un ex decoratore, era legato alla storia delle ossa? Si apre un’inchiesta per omicidio e occulatamento di cadavere. Tre anni dopo, l’esame del dna rivela una verità sconcertante che ingarbuglia il mistero. Lo scheletro di via Pescaglia appartiene a cinque persone diverse, tutte scomparse. Morte rtra il 1986 e il 2006. Non vengono però trovate corrispondenze di nessun tipo.

Si tratta di tre donne e due uomini, e una delle donne forse è parente di Libero Ricci. E nessuno degli uomini è Libero Ricci. E il collezionista di ossa della Magliana ancora non si trova. Quanto a Ricci, uscì per l’ultima volta da casa sua, poco distante, per andare a pescare sul Tevere. E non è più tornato.