Lago di Bracciano: locali strapieni, supermercati presi d’assalto

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Lago di Bracciano sold out. E’ Trevignano romano, sul lago di Bracciano, il luogo dove si sta trasferendo la movida della Capitale. Trevignano infatti è ricca di ristoranti, pub, birrerie, bar. Inoltre è a due passi da Rom. E molti romani, o anche non romani, hanno lì una seconda casa di villeggiatura. Domenica scorsa abbiamo assistito a qualcosa che avrebbe fatto scandalizzare tutti i medici e virologi italiani. I quali da giorni stanno diffondendo le raccomandazioni per limitare il contagio del coronavirus. Ma sembra che noi italiani non lo capiamo.

Il lago di Bracciano affollato come d’estate

Ebbene, domenica nei centri sul lago di Bracciano, ossia Bracciano stessa, Trevignano e Anguillara, i locali erano strapieni di gente. Complice la bella giornata, certo, ma anche la chiusira degli stadi, delle discoteche e dei cinema. Non in tutti i locali, ci sembra, è stata rispettata la regola del metro di distanza, e in molte occasioni i tavoli erano uno accanto all’altro. Come le persone. Certo, non è colpa dei gestori, che hanno fatto del loro meglio, è più colpa delle regole non chiare. Però il problema si pone. Stesso discorso per i supermercati, aperti, e con le cassiere senza alcuna protezione. La proprietà non sta facendo abbastanza, ci pare, per tutelare dipendenti e clienti. Le autorità da parte loro chiudono i mercati all’aperto ma non i grandi distributori.

Rifondere i gestori dei mancati guadagni

Responsabilità dei locali, che in questo periodaccio cercano di sopravvivere? No, la responsabilità è dell’irresponsabilità di chi non dà regole certe e non effettua controlli. In altre parti d’Italia questi controlli ci sono, ma non nel Lazio, a quanto ci risulta. Se il contagio di doffinde nei luoghi pubblici, dovremo evitarli per qualche tempo. E i gestori dei locali devono essere tutelati e rifusi dei mancati guadagni. Certo, è difficile far quadrare tutto, ma è anche la prima volta che ci troviamo di fronte a una situazione così grave. Soprattutto però sono gli italiani a doversi autoresponsabilizzare e limitare, capendo che non tutto si può fare come prima. Altrimenti hanno ragione gli inglesi: voi itlaiani siete una farsa, sempre in “dolce vita”…

Il Codacons: chiudere tutto alle 18

E su questo c’è la draconiana proposta del Codacons: chiudete tutto alle 18. I comuni di tutta Italia non interessati dalle limitazioni imposte dal Governo varino subito una ordinanza con cui imporre la chiusura, a partire dalle 18, di tutti i locali pubblici. Il Codacons si appella ai sindaci italiani. “Nelle zone della movida di città come Napoli, Palermo e Roma, ma anche nei comuni più piccoli, è impossibile far rispettare le distanze minime tra le persone”, spiega il presidente Carlo Rienzi. ”I giovani si accalcano l’uno sull’altro, dentro e fuori dai locali, mettendo a repentaglio la loro salute e quella pubblica e incrementando il rischio di contagi”.

Secondo Rienzi si tratta di ”una situazione pericolosissima, alimentata dall’incoscienza dei più giovani che rischiano di danneggiare l’intera collettività”. “Per tale motivo, e di fronte all’impossibilità pratica di garantire le distanze di sicurezza tra le persone, chiediamo ai sindaci di tutta Italia di varare ordinanze con cui disporre la chiusura di tutti i locali pubblici come bar e ristoranti alle ore 18, e di vietare assembramenti di persone nelle piazze e in altri luoghi pubblici prevedendo sanzioni pesantissime per i trasgressori”, conclude Rienzi.