L’apertura a dicembre di bar e ristoranti oltre le 18 varrebbe 250 milioni. Ecco i conti di Confcommercio, Cna e Confartigianato

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Se effettivamente il nuovo DPCM atteso per il 3 dicembre prevedesse la possibilità di aprire nuovamente bar e ristoranti oltre le 18, sarebbe una grande boccata d’ossigeno. Che conti alla mano, a Roma potrebbe rappresentare fatturato per circa 250 milioni di euro. Con la possibilità per tanti esercizi commerciali di non ricorrere alla cassa integrazione. Per le altre sei settimane previste dal decreto ‘Ristori’. Questa la posizione ufficiale di Confcommercio, Cna e Confartigianato, espressa in un comunicato ripreso dal Corriere della Sera. A fare i conti sono il direttore della Fipe Confcommercio Luciano Sbraga e il presidente della Confartigianato Andrea Rotondo.

“Poter riaprire dopo le 18 per i ristoranti può portare ad un maggiore incasso di almeno 110 milioni di euro”dice Luciano Sbraga. “Ed altri 40 milioni per i bar. Ma l’ ulteriore differenza negli incassi la può offrire bene la possibilità di restare aperti fino alle 23. Fino alle 22 infatti è praticamente impossibile dare la cena”. Se passiamo poi “ai laboratori artigianali, come pizzerie e gelaterie, con la possibilità di asporto per quelli che non hanno i tavolini all’aperto”,  aggiunge Andrea Rotondo, “avendo a disposizione tutto dicembre superiamo i cento milioni come recupero di fatturato. Sarebbe quasi una cosa incredibile”.

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Bar e ristoranti aperti trascinano anche il fatturato degli altri esercizi commerciali. Ma sulla reale volontà di Governo e Regione prevale lo scetticismo

Sarebbe senz’altro una grande boccata d’ossigeno. Ma sulle eventuali aperture serali di bar e ristoranti sotto Natale tra gli operatori e nella categoria regna lo scetticismo. A cominciare dalla posizione del presidente Fipe Confcommercio Sergio Paolantoni. Rilasciata nel corso di una intervista al corriere.it.

“Bisogna capire bene se potremo riaprire e come – dice  Paolantoni- perché la Regione Lazio per il momento non sembra troppo favorevole. L’apertura serale di bar e ristoranti per noi sarebbe veramente una boccata d’ossigeno. Ma poi bisogna vedere fino a che ora è possibile: ci vuole infatti un tempo congruo. Non certo il coprifuoco alle 21, anche perché valga la pena di richiamare il personale dalla cassa integrazione”. Nonostante gli scetticismi, però, tutti d’accordo che per i locali romani sarebbe un sollievo.

“Avremo almeno il 40 per cento in più sui ricavi, soprattutto nei fine settimana. Anche se riprendere quello che è stato perduto è impossibile” spiega Daniele Brocchi, di Assoturismo Confesercenti. “Tutto è anche legato al clima che si creerà, e stando così le cose, bisogna vedere le norme. Se mettono sempre quattro o sei a tavola a Capodanno o a Natale nessuno va al ristorante ed è pure peggio. Già oggi i nostri incassi sono al minimo, al 25 o 30% rispetto l’anno scorso”. “Abbiamo fatto delle riunioni”,  spiega a sua volta Claudio Pica, il presidente della Fiepet Confesercenti.

“Con aperture anche di sera ci potrebbe essere un aumento del 50% di fatturato. Pur se non arriveremo mai agli incassi degli anni passati, in quanto esiste la sfiducia dei consumatori e la paura da Covid. Però la categoria sarebbe molto contenta di poter aprire la sera in questo periodo. E la cosa più giusta sarebbe arrivare alle 22 o alle 23 almeno 3 o 4 giorni a settimana. Per aiutare titolari e dipendenti, che tolti dalla cassa integrazione avrebbero uno stipendio nettamente superiore e per passare un buon Natale”.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_novembre_23/bar-ristoranti-stime-il-nuovo-dpcm-covid-l-apertura-serale-vale-250-milioni-23b7596c-2d13-11eb-a006-0b5f9624cb77.shtml