“Lasciatemi che l’ammazzo!”. Bengalese impazzito tenta di uccidere la moglie

Una lite scaturita da futili motivi si sarebbe potuta trasformare in tragedia se la Polizia di Stato non fosse intervenuta nel giro di pochi minuti. Erano circa le 17 di ieri quando al 112 Nue è arrivata la richiesta di aiuto di una ragazza perché i genitori stavano litigando e il padre minacciava di uccidere la madre. Immediatamente sono arrivate 3 pattuglie, due del commissariato Prati e uno del commissariato Monte Mario.
Il bengalese è riuscito a ferire la moglie
Gli agenti hanno trovato figlia e madre sul pianerottolo, quest’ultima sanguinante per una ferita alla testa. Dall’interno dell’appartamento provenivano grida d’aiuto da parte del figlio che cercava di trattenere l’uomo che continuava a urlare: “Lasciami che l’ammazzo!”. Alcuni agenti sono rimasti fuori con le due donne per proteggerle nel caso in cui D.H., bengalese di 56 anni, fosse riuscito a sopraffare il ragazzo e a uscire.

L’intervento della polizia scongiura la tragedia
Gli altri, grazie a una scala fornita da un condomino e a una porta finestra aperta, sono entrati nell’abitazione della famiglia, al primo piano, dove hanno trovato mobili spostati, televisore ribaltato a terra, pezzi di vetro e parecchie macchie di sangue. Una volta divisi i due, i poliziotti hanno ricostruito l’accaduto grazie al racconto di madre e figli. Scaturita una lite tra i genitori, il padre aveva poi perso le staffe arrivando a minacciare di morte la moglie e a colpirla alla testa con una bottiglia di vetro.
Lo straniero arrestato dagli agenti
Solo grazie all’intervento del ragazzo, le donne erano riuscite a scappare e a chiamare il 112. I familiari hanno inoltre dichiarato che non era la prima volta che il 56enne era violento con loro, sia verbalmente che fisicamente. Ma che non si erano mai rivolti alle Forze dell’Ordine per paura di peggiorare la situazione. La vittima, trasportata in codice giallo al pronto soccorso, giudicata guaribile in 15 giorni. Il bengalese è agli arresti per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.