Latina, tumore al seno non diagnosticato: 47enne muore dopo 4 anni, ai familiari oltre 1 milione di euro di risarcimento

corsia ospedale

Un errore medico che non lascia scampo. Un tumore al seno non riconosciuto in tempo, quattro anni di cure estenuanti e, alla fine, una morte che si sarebbe potuta evitare. È la storia di una donna di Latina, deceduta nel 2015 a soli 47 anni dopo un calvario iniziato nel 2011, quando una mammografia non venne interpretata correttamente. Ora, a distanza di 10 anni dalla morte della donna, il Tribunale di Latina ha condannato i sanitari coinvolti, stabilendo un risarcimento da 1 milione e 50 mila euro ai familiari della vittima.

La sentenza del Tribunale

A firmare la decisione è stato il giudice Stefano Fava, che nella sentenza ha riconosciuto un chiaro nesso causale tra la condotta omissiva dei medici e la morte della paziente. “La mancanza di approfondimento ha comportato un ritardo diagnostico. Una diagnosi tempestiva avrebbe sicuramente migliorato le chance terapeutiche di sopravvivenza e la qualità di vita della paziente”, scrive il giudice.

Dal 2012 al 2015 la donna ha affrontato un percorso drammatico: chemioterapiamastectomia radicaleradioterapia e terapia ormonale. Tutto inutile, perché la malattia, non diagnosticata per tempo, era ormai in fase avanzata. Secondo il giudice, se i medici avessero agito con prontezza, una diagnosi precoce avrebbe consentito un intervento più conservativo e soprattutto avrebbe impedito la progressione del tumore verso stadi molto più gravi e letali.

I familiari della donna hanno fatto causa ai medici. A rappresentare i familiari della vittima è stato l’avvocato Andrea Barbesin, che ha sostenuto fin dall’inizio la responsabilità dei sanitari per errore diagnostico e omissione di approfondimenti. Una tesi che il Tribunale ha accolto pienamente, riconoscendo la colpa dei medici e liquidando ai familiari un risarcimento milionario per la “perdita anticipata della vita” della loro congiunta.