L’avvocatessa di Terni fa furore nella sanità di Zingaretti

Avvocatessa Terni

E niente, l’avvocatessa più brava del globo ce l’ha la regione Lazio e l’ha reclutata a Terni. Da tempo si parla, soprattutto dalle parti del Policlinico Umberto primo, dei numerosi incarichi affidati dal dottor Panella – il direttore generale miracolosamente in uscita – ad una legale di Terni, Patrizia Bececco, di cui si sono occupati alcuni giornali a partire da Il Tempo.

Dopo quell’inchiesta, fioccarono le interrogazioni in consiglio regionale da parte dell’opposizione, in particolare da Fdi e Lega, ma Zingaretti e D’Amato zitti a tutela del loro protetto.

Quanto è brava l’avvocatessa di Terni

Attesa inutile per la risposta, sia per i giornalisti che per i consiglieri regionali. Nel Lazio funziona così. Meglio non offrire “virgolette” controproducenti.

Ma c’è anche chi si scoccia e torna alla carica. Lo ha fatto in questi giorni il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Pisana, Fabrizio Ghera, stupito di trovare tra le sue carte anziché la risposta della giunta regionale un nuovo incarico per l’avvocatessa umbra. E sempre dal Policlinico.

Questa volta la Bececco deve difendere l’azienda ospedaliera addirittura da Cgil-Cisl-Uil per una vertenza sindacale. Il provvedimento del direttore Panella è firmato 3 dicembre e costa 11mila euro.

Sulla piazza romana sono tutti fiacchi…

Ora, nessuno intende mettere in discussione la professionalità dell’avvocatessa Bececco, ma è mai possibile che si susseguano gli incarichi senza rispondere alle interrogazioni che chiedono perché si siano spesi cinquecentomila euro per una legale di Terni, come se non ce ne fossero anche sulla piazza romana?

Nicola Zingaretti e i suoi adepti dovrebbero avere maggiore rispetto del denaro pubblico, ma a quanropare da quest’orecchio non ci sentono. Adesso vedremo che fine faranno fare alla nuova interrogazione di Ghera, che dovrà pretendere una risposta formale.
Anche perché il capogruppo di Fdi pone due questioni sostanziali. La prima, il dovere di accertare quanto già denunciato sull’eventuale sussistenza di un conflitto di interesse del direttore generale, più volte difeso personalmente dalla stessa avvocatessa. E la seconda, sulla necessità di ricorrere all’avvocatura istituzionale. Invece, si fa affidamento agli esterni, persino di fuori regione.