Lazio, beffa all’Olimpico, Isaksen illude, poi rosso e assedio: il Bologna esce col pari (e Sarri mastica amaro)
All’Olimpico, domenica 7 dicembre 2025, Lazio e Bologna si prendono un punto a testa: 1-1, rete di Isaksen e risposta immediata di Odgaard. Ma prima del pallone, è il cuore a prendersi la scena: lo stadio si alza per l’omaggio a Ciro Immobile, tornato da ex e accolto tra applausi e ricordi. Poi si gioca, e la partita – tra parate, fiammate e nervi – lascia alla Lazio il sapore del “potevamo”.
Partenza sprint: Bologna subito pericoloso
Il Bologna entra con coraggio e con la solita personalità: Orsolini prova a pungere immediatamente, la Lazio traballa un attimo sulle prime letture e capisce che non sarà una serata da gestione tranquilla. La risposta biancoceleste arriva con strappi sulle corsie e con l’idea di colpire appena si apre campo. È una gara viva, “alta”, in cui l’episodio sembra dietro l’angolo. E infatti arriva.
Due minuti folli: Isaksen-gol, Odgaard replica
Al 38’ la Lazio trova il vantaggio: Zaccagni va al tiro, Ravaglia respinge e Isaksen è il più rapido sul tap-in per l’1-0. Neppure il tempo di prendere fiato: al 40’ il Bologna pareggia. Zortea si inserisce, Provedel respinge sul palo e sulla ribattuta Odgaard è puntuale per l’1-1. Due colpi ravvicinati che cambiano inerzia e umori, congelando l’Olimpico in un misto di stupore e frustrazione.
Ripresa: Ravaglia diventa un muro, e Sarri perde Isaksen
Nel secondo tempo la Lazio prova ad alzare i giri, ma deve fare i conti con un intoppo pesante: Isaksen non rientra dopo l’intervallo per un problema fisico. Sarri cambia e la squadra produce occasioni, soprattutto con Guendouzi e con i subentrati. Eppure la porta sembra “stregata”: Ravaglia si prende la copertina con più interventi pesanti, togliendo alla Lazio almeno un gol e trasformando la ripresa in un rosario di rimpianti.
Il crocevia: espulsione e finale di trincea
La svolta arriva nel finale: Gila viene espulso e l’ultima parte diventa una resistenza. Il Bologna prova a far pesare l’uomo in più, la Lazio si compatta nella propria metà campo e difende con ordine, aspettando un calcio piazzato o una ripartenza per scappare via. Nel recupero fioccano cross, contrasti e palloni vaganti, ma l’ultimo episodio non cambia il risultato: 1-1 e fischio finale con la sensazione che, per come si era messa, la Lazio abbia dovuto stringere i denti per non perderla.
Classifica: Lazio a metà strada, Bologna in alto
Il pareggio muove poco ma dice molto. La Lazio resta in una zona di classifica “di mezzo”, quella in cui un filotto ti proietta verso l’Europa e due frenate ti risucchiano nella palude. Il Bologna, invece, conferma solidità e ambizioni, continuando a viaggiare nel gruppo delle prime e mostrando perché oggi è un avversario scomodo: organizzato, coraggioso, capace di soffrire senza smettere di giocare.
Stato di forma Lazio: tra scosse e frenate
La fotografia recente dei biancocelesti è un’altalena: prestazioni convincenti alternate a stop che bruciano. La squadra ha dato segnali di carattere – anche in appuntamenti ravvicinati e pesanti – ma fatica a trasformare la buona produzione in punti pienissimi. Il dato più incoraggiante è la capacità di restare “in partita” anche quando cambiano gli episodi; quello più urgente è la continuità offensiva, perché serate così – con più di una occasione nitida e un portiere avversario protagonista – devono diventare vittorie, non racconti.
E adesso? Infermeria, nervi e dicembre senza pause
Il pari col Bologna lascia due alert: le condizioni di Isaksen e la gestione dell’episodio disciplinare che ha complicato il finale. Sullo sfondo c’è un dicembre che non aspetta: calendario fitto, energie da dosare e la necessità di trovare una versione “stabile” della Lazio, capace di ripetersi senza reinventarsi ogni settimana. Sarri sa che l’identità passa dai dettagli: oggi la squadra ha creato, ha sofferto, ha resistito. Per fare il salto, però, serve la cosa più difficile: farlo anche domani e poi ancora.