Lazio, la realtà nelle carceri minorili è più complessa di quanto si creda: appello alla Meloni e a Nordio

Resta sempre alta la tensione nelle carceri, per adulti e minori, del Lazio. E torna al centro delle cronache l’Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, a Roma. A dare la notizia Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe, che racconta quanto avvenuto ieri nel carcere minorile. “Un detenuto albanese, maggiorenne e già responsabile nel passato di eventi tesi ad alterare l’ordine e la sicurezza interna anche nel carcere minorile di Milano, si è reso protagonista di una violenta protesta di oltre tre ore. L’uomo ha minacciato il personale, compreso il Comandante di Reparto, anche avvalendosi di un manico di scopa. Un plauso va agli agenti intervenuti e in servizio a Casal del Marmo che hanno gestito egregiamente l’evento critico evitando sempre che accadesse il peggio.”
Segnali preoccupanti dalle carceri minorili
“Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti anche dall’universo penitenziario minorile – aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minorenni d’Italia e di Roma in particolare”. Il leader del Sappe ricorda che “come primo Sindacato della Polizia penitenziaria abbiamo in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile. Perché è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano a essere ristretti.

La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è più complessa e problematica di quello che si immagina. Per questo si dovrebbe ricondurre la giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé”. Capece si rivolge direttamente al premier Giorgia Meloni, e a Carlo Nordio, ministro della Giustizia.
Appello del Sappe al premier e al ministro della Giustizia
“Non si può continuare così: la tensione che si vive nelle carceri è costante e lo sanno bene gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria. Loro ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti. Servono con urgenza provvedimenti. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Prevedendo che gli adulti non siano più ristretti nei penitenziari per minorenni e che il Daaap assorba tutte le competenze della giustizia minorile”.