Lazio, nuove regole per mare e spiagge: la Regione ‘annacqua’ con la Commissione ‘affollata’ le richieste di Trasparenza dell’opposizione

Sullo sfondo, il litorale marittimo del Lazio all'altezza di Anzio, Grotte di nerono, in primo piano il Governatore Francesco Rocca e il presidente della Commissione Sviluppo Economico, Enrico Tiero

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Lazio, nuove regole per mare e spiagge: la Regione ‘annacqua’ con la Commissione ‘affollata’ le richieste di Trasparenza dell’opposizione. 43 invitati, il rischio di sovraffollamento è a dir poco alto. C’è molta attesa per la seduta della Commissione Sviluppo Economico e Attività Produttive della Regione Lazio, convocata per giovedì 29 maggio alle ore 11:30 nella Sala Micheli- adiacente al Consiglio regionale de La Pisana. Al centro dei lavori, la modifica di ben 12 articoli del regolamento regionale n. 19 del 2016 che disciplina l’utilizzo delle aree demaniali marittime a fini turisticoricreativi, ossia il funzionamento di stabilimenti balnearichioschiristoranti, bar e relative concessioni pubbliche. Intervenendo anche nel settore spiagge libere.

Un tema che incrocia interessi economici rilevanti, dinamiche amministrative e l’irrinunciabile esigenza di trasparenza nella gestione dei beni pubblici. Tuttavia, la modalità scelta per la discussione – un’audizione unica e allargata – rischia di trasformare il dibattito in un’occasione sprecata.

Un’audizione monstre, con tanti interlocutori

Alla convocazione sono stati invitati 24 Comuni costieri, dai grandi centri come Roma, Civitavecchia e Fiumicino fino alle isole di Ponza e Ventotene. Presenti anche i sindaci di Ardea, Pomezia, Anzio, Nettuno, Tarquinia, Gaeta, Minturno, Formia, Montalto di Castro e altri ancora. Poi 4 presidenti di Provincia, tra cui la Città metropolitana di Roma.

Insieme a loro, ci saranno 13 associazioni di categoria – tra cui AssoBalneari, CNA Balneari, SIB, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria Demaniali – e tre soggetti del mondo ambientalista, come Mare Libero e WWF Lazio. L’affollamento della seduta sarà tale da sollevare dubbi sulla reale efficacia del confronto.

Un rischio concreto: parlare, ma senza ascolto

Formalmente, certo, tutti gli invitati avranno la possibilità di esprimersi. Ma la sovrapposizione di voci, obiettivi e posizioni rischia di ‘annacquare‘ – ovviamente in senso politico – ogni intervento. In uno scenario in cui il tempo per ogni contributo sarà inevitabilmente limitato, si riduce drasticamente la possibilità di un confronto approfondito e strutturato. Un dibattito che dovrebbe essere tecnico, quanto più trasparente possibile e democratico, rischia di trasformarsi così in un “contenitore unico”, nel quale il rischio di confusione e superficialità è elevatissimo.

La trasparenza promessa (e rinviata)

Non è la prima volta che la Commissione presieduta da Enrico Tiero (FdI), con i vicepresidenti Daniele Maura (FdI) e Marietta Tidei (Italia Viva), si trova sotto i riflettori. Già lo scorso 8 aprile l’opposizione – in particolare Italia Viva, Pd e M5S – aveva ‘denunciato‘ – sempre in senso politico-istituzionale – l’assenza della Giunta Rocca durante l’avvio dell’esame della nuova normativa, bloccando i lavori.

La richiesta dell’opposizione era chiara: audizioni pubbliche e trasparenti, con la partecipazione effettiva della Giunta Rocca, e con l’audizione dei vari attori in campo. Una richiesta accolta solo parzialmente, visto che l’attesa audizione con il governatore, prevista per il 24 aprile, è saltata senza spiegazioni ufficiali.

Verso una “finta partecipazione”?

Lo scorso 6 maggio la Commissione era tornata a riunirsi e ha aprire la discussione della Proposta di Legge, alla presenza del braccio destro di Rocca, la vicepresidente Roberta Angelilli, preannunciando un vero ciclo di audizioni pubbliche, a partire dal 27 maggio. In realtà, l’unica audizione effettivamente fissata – al momento in cui scriviamo – è quella del 29 maggio che si prospetta più come una possibile ‘operazione di facciata’ che come un vero processo partecipativo.

Accorpare decine di soggetti in un’unica giornata equivale a depotenziare ogni voce? E mentre il regolamento da modificare riguarda concessioni pluriennali, impatti ambientali e interessi economici milionari, la scelta di comprimere il confronto rischia di compromettere la credibilità dell’intero processo.

Una riforma attesa, ma con molte ombre

L’urgenza di rivedere il regolamento del 2016 è reale. Le norme vigenti risultano ormai superate rispetto alle esigenze del settore balneare e agli obblighi di tutela ambientale. Ma una riforma così delicata non può essere gestita con logiche da “presa d’atto”.

Il rischio concreto è che si proceda a colpi di maggioranza, ignorando la richiesta di trasparenza e confronto avanzata dall’opposizione e dalle realtà associative. Una decisione che potrebbe aprire nuovi fronti di scontro e alimentare ulteriori tensioni, proprio su un tema – il mare e le spiagge – che coinvolge milioni di cittadini.

Conclusione: si al confronto, no alla confusione

La Regione Lazio si trova di fronte a un bivio. Da un lato, l’opportunità di avviare una riforma condivisa, moderna, in linea con i principi di legalità e sostenibilità. Dall’altro, il pericolo di far passare una norma strategica attraverso una commissione ‘ingolfata‘ e poco aperta al vero confronto.

L’opposizione aveva chiesto un percorso pubblico e articolato. Quella del 29 maggio rischia invece di essere una “grande ammucchiata”, che serve più a mettere a verbale la partecipazione che ad ascoltare realmente i territori. E in democrazia, l’apparenza non può mai sostituire la sostanza. Presto sapremo se e in quale misura l’opposizione accetterà tale convocazione.

Sullo sfondo, il litorale marittimo del Lazio all'altezza di Anzio, Grotte di nerono, in primo piano il Governatore Francesco Rocca e il presidente della Commissione Sviluppo Economico, Enrico Tiero
Sullo sfondo, il litorale marittimo del Lazio all’altezza di Anzio, Grotte di nerono, in primo piano il Governatore Francesco Rocca e il presidente della Commissione Sviluppo Economico, Enrico Tiero – www.7colli.it