Le attiviste di nuovo contro le femministe targate Campidoglio: blitz sul Lungotevere con la vernice rossa

Hanno bloccato il lungotevere in Centro dopo aver imbrattato la strada con della vernice rossa e viola. Blitz femminista in piazza della Rovere. Sei attiviste e attivisti di Bruciamo Tutto entrate in azione intorno alle 8:30 di mercoledì 13 marzo sul lungotevere in Sassia, altezza piazza della Rovere.  In sei, armate di tamburelli e striscioni, hanno occupato le strisce pedonali ballando la pizzica salentina. Una manifestazione non autorizzata, che segue il blitz di pochi giorni fa a Termini quando attivarono gli allarmi della stazione imbrattando le vetrine dei negozi e il pavimento dello scalo ferroviario.

Nuovo blitz

Stamattina un nuovo blitz: dopo aver bloccato il traffico sul lungotevere e aver srotolato degli striscioni – fra gli improperi degli automobilisti bloccati – hanno sversato vernice sul manto stradale. In resistenza passiva, seduti sulla strada, sul posto sono intervenuti gli investigatori della Digos e del commissariato Aurelio di polizia che hanno poi identificato e allontanatogli attivisti. Inevitabili i disagi al traffico, sul posto per regolare la viabilità gli agenti del I gruppo Prati e del Gpit della polzia locale di Roma Capitale con la situazione tornata alla normalità a partire dalle 10:00 circa.

Chi sono gli attivisti

Bruciamo Tutto è un movimento di liberazione. Nasce dalla necessità di porre fine a un sistema patriarcale, che opprime, molesta, stupra e uccide le persone socializzate come donne. Il governo è inerme di fronte alla gravità della violenza che dilaga ogni giorno nel nostro Paese, nonostante la cronaca parli chiaro: dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, altre diciotto donne sono state vittime di femminicidi e le loro storie sono cadute nel silenzio. Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg di un problema molto più grande: lo Stato non vuole riconoscere il bisogno di una profonda trasformazione culturale, che dovrebbe iniziare dall’istruzione e continuare con provvedimenti legislativi per assicurare alle persone socializzate come donne il diritto a una vita libera e sicura.

Cosa vogliono

Ma cosa chiedono gli attivisti e le attiviste di Bruciamo Tutto? “La nostra richiesta riguarda un miglioramento del già esistente reddito di libertà: un contributo di euro 400 pro capite su base mensile per un massimo di 12 mesi alle donne vittime di violenza seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali. Questo contributo dovrebbe consentire e permettere l’autonomia e la fuoriuscita dalla violenza. In realtà però l’iter per ottenerlo è molto lungo e burocratizzato.  La nostra richiesta è di coinvolgere le vittime stesse, e psicolog3 e espert3 dai CAV nella formulazione di un reddito di liberazione più coerente con la realtà e i bisogni delle persone vittime di violenza. Utilizzeremo la disobbedienza civile nonviolenta per ottenere questa richiesta e per una profonda trasformazione culturale che abbatta ogni tipo di dominio sui vari livelli di intersezionalità. Non ci fermeremo nemmeno di fronte alle conseguenze legali in cui incorreremo a seguito di questa scelta”.  A queste richieste va aggiunto poi lo spirito fortemente critico nei confronti dell’amministrazione comunale: tante parole, tanti inutili convegni e pochi fatti. Su questo è impossibile dar torto alle attiviste.