Le bislacche idee di Sileri: “Correte, ma non più di 40 minuti”…

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Pierpaolo Sileri, vice ministro della Salute, ha già troppi guai in questo momento. La moglie, le mascherine, il policlinico Umberto, le Iene… Però dobbiamo parlarne della sua idea della riapertura, della fase 2. Per le partite di calcio non sa bene cosa fare. Prima sì, poi no, poi si trincera dietro i dati scientifici. Partite a porte chiuse va bene ma se i giocatori entrano in contatto potrebbe essere un problema. Quindi ancora non si sa. Ma la cosa che ha scatenato contro di lui il dileggio e l’irrisione dei social è stata senza dubbio la frase sull’allenamento di corsa fatta alla Gazzetta. “Il 4 maggio è la data di apertura prevista, ma avremo bisogno di adottare delle misure di sicurezza come la distanza sociale e le mascherine. Lo sport individuale si potrà praticare anche a livello amatoriale, ma non più di 40 minuti”.

Sileri: Correte, ma non troppo…

Non l’avesse mai detto. In  primo luogo perché 40 minuti e non 35 o 45? E poi chi mai controllerà se il runner ha corso effettivamente 40 minuti o se non ha imbrogliato lo Stato, correndone magari 50? Ma poi perché, dopo i 40 minuti si diventa contagiosi? E se uno corre in un bosco o sulla montagna, chi mai potrà infettare? Insomma, questa improvvida dichiarazione ha scatenato gli internauti. Ilarità, sarcasmo, certo, ma anche rabbia e risentimento: “Ma in che mani siamo? Cacciate questi incapaci prima che ci rovinino del tutto, fateci uscire da questo incubo…”. Un altro semplicemente ha twittato: “Chi non ha saputo gerstire la fase 1 non saprà gestire neanche la fase 2…” E’ proprio così.

Il viceministro spacca i grillini col vaccino obbligatorio

La verità è che questo governo di sprovveduti e di inadeguati non sa davvero che cosa fare. Ed è questa la cosa più preoccupante. Poi ci sono le contraddizioni dei grillini. Sileri è riuscito anche nella missione di spaccare i grillini tra vax e novax. La settimana scorsa infatti Sileri, che è medico, ha sostenuto che il vaccino anti-Covid dovrà essere obbligatorio. Anche questo, non l’avesse mai detto. Molti suoi colleghi favorevoli, molti contrari. Ma la linea prevalente è che è inutile fare dichiarazioni divisive su un vaccino che ancora non c’è. Un’altra dichiarazione avventata.

Poi c’è la storia delle mascherine vendute al Policlinico

Poi c’è la questione sollevata dalla Iene, alla quale Sileri non ha saputo dare una risposta. La moglie avrebbe venduto per l’azienda per cui lavora delle mascherine al Policlinico Umberto I, giusto 10 giorni dopo la nomina di Sileri. Lui nega ma le Iene gli mettono davanti i documenti che negano quanto lui aveva affermato, ossia che la moglie non era una rappresentante. Lo spettro del conflitto di interessi aleggia sul grillino. In serata, dopo una comprensibile sorpresa, abbozza una difesa d’ufficio: “”In merito al promo del programma delle Iene, faccio presente che già il giorno dopo il blitz – svoltosi con il classico taglio sensazionalista – ho fornito tutte le informazioni necessarie in merito ad una gara del 2017 e soprattutto circa il ruolo di mia moglie, semplice impiegata dal lontano 2008. Aspetto curioso il seguito della fantasiosa ricostruzione”.