Le ciclabili impossibili della Raggi verso la rottamazione. Si comincia da via Prenestina

Il progetto delle ciclabili a Roma  prevedeva oltre 300 chilometri di corsie protette dedicate alle bici. E la realizzazione di un anello, che in parte doveva snodarsi ai lati delle carreggiate stradali. E in parte attraverso i grandi parchi urbani della Capitale. Ma in realtà, i chilometri disponibili superano di poco i 100. Molti dei quali realizzati semplicemente con un po’ di vernice rossa per terra. Senza protezioni per i ciclisti, e con le auto parcheggiate a fianco delle piste. Perché per non perdere posti, gli stalli sono stati spesso spostati di un metro e mezzo, con l’effetto ottico delle auto che sostano quasi a metà della strada. Così avviene per esempio su via Gregorio VII, ma anche in prossimità di S. Giovanni e sulla Tuscolana. E dai comitati di quartiere così come dalle associazioni di ciclisti fioccano le proteste e le richieste di varianti ai progetti. Per tenderli più efficaci e confacenti al tessuto urbano.

Da ultimo, l’attenzione si è spostata su via Prenestina. Per un incrocio molto pericoloso, all’altezza di Largo Telese. Quando le bici svoltano infatti, rischiano di essere investite dalle auto. Mentre quelle in sosta, ostruiscono la visuale dell’incrocio. Ma basterebbero un nuovo semaforo e una piccola protezione per migliorare nettamente la situazione.

Per rifare la ciclabile arriva il progetto dei cittadini

È arrivato il progetto dei cittadini per rifare il tratto della ciclabile del Prenestino all’altezza di Largo Telese. Firmato dal comitato Impegno Civico, e in particolare da due ingegneri del gruppo. E presentato al V municipio durante un incontro pubblico sui primi 100 giorni di amministrazione. Il piano si struttura su due modifiche possibili per risolvere il problema sicurezza. La prima prevederebbe la realizzazione di una sorta di marciapiede a protezione della pista nel tratto in questione, così da scongiurare la sosta selvaggia. “Un’isola salva pista”come ribattezzata dai cittadini. Verrebbe posizionato tra l’inizio dell’intersezione e la fine dell’ultimo stallo di sosta per le autovetture.

Il secondo intervento del progetto invece punterebbe all’installazione sul palo a sbraccio del semaforo di una telecamera. In grado di identificare le biciclette, e contestualmente attivare una lanterna lampeggiante a un colore e un pannello a messaggio variabile di preavviso. Il tutto consentirebbe di preavvisare gli automobilisti quando sta arrivando una bicicletta in prossimità dell’incrocio. Una seconda telecamera, anche essa posta sul palo a sbraccio, monitorerebbe invece l’area di attraversamento ciclabile e anche pedonale posta su Largo Telese. Andrebbe poi aggiunto un modulo di countdown pedonale/ciclabile che informi ciclisti e pedoni sulla durata delle fasi semaforiche. Forse più complesso a dirsi che a realizzarsi.

Ora serve l’ok del Municipio e del Campidoglio, che sarebbero al lavoro. E i soldi per realizzare l’intervento. Che certamente non sarà l’unico, perché in tanti pensano che le piste ciclabili a Roma vadano seriamente e profondamente ripensate.