Le drammatiche testimonianze degli studenti di destra aggrediti dai centri sociali (video)

aggressione bologna (2)

“Ci hanno sorpreso appena usciti dall’università. Erano almeno in venti, forse anche di più, qualcuno impugnava un’asta di una bandiera, quella che avevamo portato per mettere la nostra di Azione Universitaria, un altro aveva un moschettone che utilizzava come tirapugni. Ci dicevano ‘merde’, ‘vie da Bologna’, ‘dovete andare via di qua’, ‘fascisti di merda’ e poi ci hanno aggredito con calci e pugni, infierendo, come nel mio caso, quando eravamo già a terra. Era il 19 maggio scorso, ma ricordo i giorni successivi, lo choc, la difficoltà a rimuovere quelle immagini dalla mia testa”. A parlare all’Adnkronos è Alessio Sanfelici, uno degli esponenti del movimento studentesco “Azione Universitaria” aggrediti all’uscita della facoltà di via Zamboni, a Bologna, dove si tenevano le elezioni universitarie.

Per chi è di destra pericoloso fare attività politica

Oggi la conclusione delle indagini e l’iscrizione di otto ragazzi, tra i quali anche una ragazza, nel registro degli indagati. “E’ stata aggressione inaspettata, quei momenti non li auguro a nessuno – ricorda Alessio -. Io a Bologna faccio attività nel giovanile ma anche col partito da 6 anni e tra volantinaggi, banchetti, convegni, il minimo che riceviamo ogni volta sono insulti e minacce. Qui è la normalità, talvolta sono solo sputi altre aggressioni violente come questa. E’ successo anche sotto le elezioni regionali nel 2019 a un banchetto di Fratelli d’Italia. A Bologna per un ragazzo di centro destra è molto difficile e pericoloso fare attività. Noi non abbiamo mai reagito perché sappiamo poi come finiscono queste situazioni. Facciamo la nostra attività perché ci piace, non contro qualcuno”.

Chi sputava, chi insultava, chi picchiava

“Era appena finito lo spoglio dei voti quando siamo usciti per andare a prendere una birra – racconta Alessio -. Tempo 4, 5 secondi, ci siamo ritrovati davanti, intorno, ovunque, una ventina di persone che ci sono venute addosso inizialmente con insulti, minacce e spintoni, dopo di che sono partite anche le percosse. Sono stato rincorso da almeno 5, 6 persone, buttato a terra e preso a calci. E la cosa paradossale è che non stavamo facendo assolutamente nulla. Eravamo insieme ad altre associazioni universitarie, con noi c’erano anche ragazzi di centro sinistra, l’ambiente era sereno. Evidentemente gli era arrivata voce che eravamo lì e ci hanno aspettato fuori. Ci hanno riconosciuto dalle bandiere che avevamo, dai simboli sulle nostre maglie, indossate proprio per le elezioni, per quello che sarebbe dovuto essere un momento bello di festa”.

Alessio e Leonardo raccontano quei momenti terribili

“Ricordo il primo cazzotto, me lo hanno dato di spalle, che mi ha fatto volare gli occhiali. Non vedevo più nulla. In quel momento una ragazza mi è venuta addosso, mi urlava insulti, mi sputava. Quella che abbiamo subito è stata una aggressione premeditata, ma a Bologna si sa come stanno le cose. Se appartieni a una parte politica le aggressioni non fanno clamore. E’ il solito doppiopesismo, ma se pur con un anno di ritardo riesce a farsi strada anche la nostra vicenda, è un bene”. A parlare all’Adnkronos è Leonardo (…), esponente del movimento studentesco “Azione Universitaria”, vittima dell’aggressione subita il 19 maggio scorso davanti alla facoltà di via Zamboni, al termine dello spoglio delle elezioni universitarie. Oggi la conclusione delle indagini e l’iscrizione di otto ragazzi, tra i quali anche una ragazza, nel registro degli indagati.

I collettivi si credono i padroni

“E’ bene che la gente sappia che qui il clima non è dei migliori – continua – sia dentro le scuole, nelle università, sul territorio. Noi siamo cresciuti con la giusta logica di non reagire, di non provocare. Loro si reputano padroni delle università e di alcuni locali. Secondo la loro logica chi la pensa in modo diverso da loro non può mettere piede in alcuni spazi dell’ateneo. Si ritengono sopra ogni legge, e si sentono legittimati a fare quello che hanno fatto, rivendicandolo senza alcun timore anche sui social. Travisano la realtà e legittimano la violenza con lo slogan abbiamo cacciato i fascisti dalla zona universitaria”.

Quando la sinistra aggredisce passa tutto sotto silenzio

“Quanto accaduto è fuori dal mondo, io non mi reputo assolutamente fascista, utilizzano quella parola solo perché fa scalpore nell’opinione pubblica ma non credo che ne conoscano nemmeno il significato” aggiunge. Sottolineando di non aver ricevuto solidarietà dagli ambienti universitari. “A me personalmente non è arrivata alcuna dimostrazione di solidarietà – conclude Leonardo con l’Adnkronos -. Se si sono dissociati, forse è stato dichiarato qualcosa informalmente senza farci recapitare nulla. Fosse andata all’inverso, come minimo saremmo quasi finiti in galera, la vicenda sarebbe finita su tutti i giornali, come successo a Firenze”.