Le golf car invadono Roma: Gualtieri scarica su Rocca il nuovo regolamento ‘salva-centro’
Roma, le chiamano “golf car”, ma ormai sono diventate il simbolo di un centro storico trasformato in luna park. Macchinine elettriche da 6 o 8 posti che zigzagano tra sampietrini, tavolini dei bar e passeggini, si fermano all’improvviso per la foto perfetta davanti al monumento, intralciano taxi, bus e motorini. Residenti e lavoratori parlano di un’«invasione fuori controllo», mentre le cronache raccontano di tour da centinaia di euro per poche ore, spesso con guide non abilitate e autisti senza reali competenze professionali. Nel frattempo, le multe fioccano, ma il fenomeno non accenna a fermarsi: tra “golf car selvagge” e patenti estere o requisiti poco chiari, la sensazione diffusa è che il centro di Roma sia ostaggio di una moda turistica sfuggita di mano.
La mozione in Aula: un “invito” alla Regione
Giovedì 27 novembre 2025 l’Assemblea Capitolina mette nero su bianco il problema: al punto 273 dell’ordine dei lavori arriva una proposta di impegno per il sindaco e la Giunta. Il testo chiede di rivolgere un «invito alla Regione Lazio a modificare la vigente normativa regionale al fine di consentire a Roma Capitale di regolamentare la circolazione dei mezzi turistici leggeri (golf cart e simili) in specifiche aree urbane». Non si tratta di un regolamento immediato, ma di un atto d’indirizzo: il Campidoglio chiede più poteri normativi, riconoscendo ufficialmente di non avere, da solo, gli strumenti per mettere ordine nel caos delle golf car che affollano il centro storico.
Chi firma: la lista del sindaco, area centrosinistra
A firmare la mozione sono i consiglieri Elisabetta Lancellotti, Giorgio Trabucco e Rocco Ferraro. Non esattamente un terzetto di opposizione: tutti e tre siedono nei banchi della “Lista Civica Gualtieri Sindaco”, la lista personale del sindaco Roberto Gualtieri, parte integrante della coalizione di centrosinistra che governa Roma.
Trabucco è capogruppo della civica, Ferraro è consigliere capitolino e figura di riferimento sui temi ambientali anche in Città metropolitana, Lancellotti è anch’essa espressione della stessa area politica. Tradotto: è la stessa maggioranza che guida il Campidoglio a mettere agli atti che, per fermare le golf car, serve una mossa da parte di un altro livello istituzionale.
Scaricabarile istituzionale: dalla Piazza del Campidoglio alla Pisana
Il cuore politico della vicenda sta qui: il Campidoglio, dopo mesi in cui dagli uffici e dagli assessori filtrava il messaggio «non possiamo fare nulla, è un problema nazionale», ora sposta il riflettore sulla Regione Lazio. La mozione chiede infatti una modifica della normativa regionale per consentire a Roma un proprio regolamento “salva-centro”. Nel mirino finiscono quelle regole che oggi, tra Codice della strada e dispositivi attuativi, lasciano ai veicoli atipici – come le golf car – margini ampi di manovra, soprattutto se agganciati ad attività turistiche, alberghi e tour operator. Il rischio è il solito ping-pong istituzionale: prima la colpa era di Roma? No, del Parlamento. Adesso tocca alla Pisana, sede della Regione Lazio.
Centrosinistra in Campidoglio, centrodestra in Regione
Il gioco di rimpalli è soprattutto politico. A Roma governa il centrosinistra di Gualtieri, con la lista civica dei tre firmatari in prima fila. Alla Regione Lazio, invece, siede una maggioranza di centrodestra. Chiedere alla Regione di cambiare la legge significa, in pratica, mettere la palla nel campo dell’avversario politico.
Se le golf car continueranno a sfrecciare indisturbate tra Colosseo e Piazza Navona, ognuno potrà dire di aver fatto la sua parte: il Campidoglio approvando un “invito” formale, la Regione – eventualmente – ribattendo che il quadro è soprattutto nazionale, o che servono indicazioni dal governo centrale.
Residenti e turisti, tra multe e attesa del “regolamento fantasma”
Intanto, però, la vita quotidiana non aspetta i tempi della burocrazia. I residenti del centro continuano a lamentare sicurezza a rischio, soste selvagge, traffico in tilt; i racconti di autisti improvvisati, tour “fai da te” e controlli che producono decine di sanzioni senza fermare il fenomeno alimentano la percezione di una città lasciata sola.
Il Comune ragiona su limiti di accesso temporali, stalli dedicati e tetti alle licenze, ma senza una cornice normativa superiore tutto resta appeso. Così, mentre il Giubileo è quasi concluso, i romani osservano l’ennesimo rimpallo tra Campidoglio e Regione chiedendosi una cosa molto semplice: chi, alla fine, si prenderà davvero la responsabilità di “mettere la palla in buca” e far rispettare le regole?