Le mani della Regione sull’acqua del Lazio: ‘Sì’ della Commissione all’Autorità Idrica Unica

Il logo di Acea sulla storica sede di Roma, in piazzale Ostiense, in primo piano i loghi degli altri gestori idrici del Lazio: AcquaLatina, Talete e APS spa

Contenuti dell'articolo

Le mani della Regione sull’acqua del Lazio: in Commissione arriva il primo ‘Sì’ all’unanimità alla nuova Autorità Idrica Unica. La Commissione Lavori Pubblici e Infrastrutture Lazio ha approvato all’unanimità l’avvio dell’iter legislativo per la proposta di Legge n. 206 presentata dal consigliere Cosmo Mitrano (Forza Italia), che è anche il presidente della Commissione stessa, e dai consiglieri regionali Della CasaTripodiColarossiSimeoniCapolei e Cangemi. Una proposta che mira ad accorpare sotto la guida della Regione la gestione dell’acqua al momento frammentata in cinque sotto-bacini provinciali. È questo quanto riporta, in buona sostanza, un comunicato diffuso dalla Regione Lazio.

Acea mette le mani sull’acqua dell’intero Lazio

Al centro della proposta di legge l’istituzione di un’Autorità Idrica Unica Regionale che promette di rivoluzionare la gestione dell’acqua nel Lazio. L’obiettivo è accorpare i cinque attuali Ambiti Territoriali Ottimali (ATO).

Gli Ato principali del Lazio attualmente sono in mano ad Acea, la municipalizzata dell’acqua di proprietà al 51% del Comune di Roma. Tutti gli Ato – secondo la nuova proposta di legge – sarebbero affidati al coordinamento e alla gestione da parte di un ente unico centralizzato. Una proposta di accentramento già tentata tra il 2018 e il 2021 dalla giunta Zingaretti bis ma poi naufragata.

Una riforma che, dietro la promessa di efficienza, accentramento e trasparenza, nasconde una profonda trasformazione degli equilibri politici ed economici del settore. Dall’attuale sistema provinciale, il comando dell’acqua starebbe quindi per spostarsi in Regione Lazio, alla Pisana.

Acea al centro della riorganizzazione di Roma e del Lazio

Il cuore della riforma ruota attorno all’ATO 2, che comprende Roma e 113 comuni della provincia, dove risiedono 3,9 milioni di cittadini su circa 6 milioni di residenti del Lazio. Attualmente, il servizio idrico di Roma e provincia è gestito da Acea, una società mista a prevalente capitale pubblico ma fortemente radicata nel tessuto economico e politico della Capitale.

Con la nuova legge, la gestione dell’ATO 2 — oggi sotto l’egida del sindaco di Roma — passerebbe sotto il controllo diretto del Governatore del Lazio, segnando un cambio di potere sostanziale. Almeno nel settore acqua.

Il nuovo assetto conferirebbe all’Autorità Idrica Unica in mano alla Regione Lazio il potere di approvare tariffe, piani di investimento e strategie di gestione e controllo. Un potere che verrebbe ‘sfilato’, in sostanza, agli Ato ‘minori’ e alle rispettive province. Incidendo direttamente su un settore strategico per l’intera Regione.

Dalla frammentazione al controllo centralizzato

L’attuale gestione dell’acqua nella Regione Lazio è divisa, in ogni caso, in cinque ATO provinciali: Roma e provincia (Acea), Latina e provincia (dove c’è AcquaLatina), Frosinone e provincia (ancora Acea), Viterbo (Talete spa) e Rieti (Aps spa).

La proposta di legge mira a superare questa frammentazione, unificando la governance sotto un’unica autorità regionale. Un ente dotato di autonomia amministrativa, contabile e tecnica, che sarebbe guidato – secondo la nuova legge – da un Presidente e da un Consiglio Direttivo composto da 21 membri, sei dei quali espressi dalla sola Roma Capitale.

A far parte dell’assemblea dell’Autorità saranno i sindaci e i presidenti di provincia, con un meccanismo di voto ponderato in base alla popolazione. Una struttura ampia, pensata per dare rappresentanza territoriale su base regionale, ma che di fatto centralizzerà scelte strategiche su investimenti, gestione delle reti, modelli di servizio e tariffe all’ingrosso dell’acqua. In altre parole, un cambio di rotta che accentra il controllo politico e tecnico in un’unica cabina di regia che viene posta in mano al governatore del Lazio.

Una super-Autorità unica

La nuova Autorità Idrica sarà chiamata a programmare anche le infrastrutture interregionali, oltre a quelle locali, tra cui dighe e acquedotti, con un ruolo cruciale nella gestione futura delle risorse idriche in un contesto climatico e ambientale sempre più fragile.

Unanime sì, ma le domande restano

La Commissione, composta da rappresentanti di Forza Italia (Mitrano, Cangemi, Della Casa), Fratelli d’Italia (Grasselli, Cera, Maura, Sambucci), Partito Democratico (Valeriani e Califano) e Italia Viva (Nobili), ha votato compatta per l’avvio dell’iter legislativo. Non si registrano ostruzionismi o veti politici di alcun tipo.

Il cammino legislativo è solo all’inizio, ma l’unanimità registrata in Commissione indica una direzione già tracciata. La partita dell’acqua nel Lazio, oggi più che mai, si gioca su un terreno dove pubblico e privato, potere locale e regionale, governance e mercato si intrecciano inestricabilmente. E Acea, ancora una volta, si trova al centro del gioco.