Le mascherine tricolori intonano l’inno di Mameli e affrontano la polizia di Conte

Le mascherine tricolori

Successo per la manifestazione delle mascherine tricolori in piazza Campo de’ Fiori a Roma, nonostante alcune tensioni. La manifestazione delle mascherine tricolori era contro le restrizioni per il Coronavirus. Una manifestazione inizialmente pacifica, che è poi degenerata quando un gruppo ha tentato di muoversi in corteo. A quel punto è partito un lancio di bottiglie a cui la polizia ha risposto con delle cariche per disperdere la folla. Dopo alcuni momenti di tensione la situazione è tornata alla calma. I manifestanti, schierati di fronte alle forze dell’ordine che tentavano di non far passare il corteo spontaneo, hanno intonato l’inno nazionale.

Le mascherine tricolori tentano un corteo spontaneo

Successivamente le mascherine tricolori si sono dirette verso via dei Baullari proseguendo in corteo. La polizia intanto ha chiuso la piazza di Campo de Fiori. La Polizia che ha caricato i manifestanti quando hanno indetto un mini corteo non autorizzato. La folla, che, dopo un primo parapiglia ha fronteggiato a mani alzate le forze dell’ordine intonando l’inno nazionale, è stata quindi dispersa e un gruppo ristretto si è diretto verso via dei Baullari.

Il governo non ha saputo gestire l’emergenza

Maschere tricolori, bandiere italiane e uno striscione con la scritta “No Lockdown”. Questo il messaggio della protesta, che ha visto diverse persone alternarsi al megafono. “Abbiamo scelto come simbolo di Roma la statua di Giordano Bruno, simbolo appunto del libero pensiero, Martire che prendiamo come esempio. Protestiamo contro un approccio dittatoriale che sta subendo il popolo italiano. La colpa della cattiva gestione dell’emergenza non è del popolo italiano, ma del governo”, ha detto uno degli animatori della protesta, Davide Di Stefano, spiegando le motivazioni per cui le mascherine tricolori hanno deciso di scendere in piazza.

Le mascherine tricolori: per il governo è facile accusare gli altri

“Palestre, ristoratori, baristi e tutte le altre categorie – ha spiegato Di Stefano – sono stati costretti a investire per prendere ogni precauzione possibile e mettere i loro esercizi in sicurezza e oggi sono obbligati a chiudere. Inoltre non sono stati potenziati trasporti e terapie intensive. E’ facile puntare il dito contro i cittadini – ha detto ancora – La menzogna poi delle trame ultras, dell’estrema destra… ma in piazza ci sono tutti. Se ci sono proteste, rivolte significa che c’è paura, paura di perdere il lavoro. La gente è terrorizzata”.

La parola è poi passata prima a una pensionata, quindi a una giovane donna. “Il popolo ancora aspetta la cassa integrazione di aprile. Il Governo sta abbandonando i nostri malati, gli italiani si sono stufati. Non vogliamo subire un’ennesima ingiustizia con un nuovo lockdown”, ha detto parlando al megafono. Quelle che è certo è che il governo adesso ha paura.