Le sfide delle forze armate italiane: la spada e la feluca nel nuovo libro di Cannella

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L’evoluzione, il ruolo e gli impegni delle Forze Armate italiane dall’impiego sulla “Soglia di Gorizia”, durante la Guerra Fredda, alle missioni in Afghanistan, Niger e Mali. È questo il contenuto del saggio “L’Italia non gioca a Risiko”, scritto da Giampiero Cannella e appena pubblicato dalla casa editrice Giubilei Regnani (159 pagine, 14 euro). L’autore, giornalista professionista, già parlamentare nazionale e componente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, affronta il tema dello strumento militare italiano.

Storia delle forze armate e delle 39 missioni all’estero

Soprattutto in relazione alle sfide che il Paese deve affrontare in politica estera. Cannella sintetizza la storia del Forze Armate e illustra le trentanove missioni, in ventiquattro Paesi stranieri, nelle quali i nostri uomini e donne con le stellette sono impegnati. Il saggio si apre con una prefazione dell’ex sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, che, tra l’altro, sottolinea la fondamentale importanza della ricerca scientifica e tecnologica in campo militare, anche per i suoi risvolti economici e occupazionali.

Il Risiko planetario che il governo italiano non vuole giocare

Ma non solo, il saggio analizza l’attuale contesto geopolitico internazionale nel quale si gioca un grande Risiko planetario. Che ha nel Mediterraneo “allargato” al Mar Rosso e Oceano Indiano da una parte, e all’Atlantico dall’altra, il suo baricentro. Una partita che la classe dirigente politica italiana sembra voler evitare, con la conseguenza di far precipitare progressivamente l’Italia nella considerazione di alleati e competitor internazionali.

Tante pedine sulla scacchiera per conquistare spazio

Lo spirito di “L’Italia non gioca a Risiko” è intuibile già dal distico che apre il volume e dedicato a una celebre frase di Lucio Anneo Seneca. “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Al largo delle nostre coste navi russe, cinesi, turche e algerine si muovono come pedine sulla scacchiera. Per conquistare spazi politici e commerciali, per estendere aree di influenza. E, conseguenzialmente, comprimere la libertà di navigazione in quello che fu il Mare Nostrum dei Romani.

Le nostre forze armate sono una risorsa fondamentale

Eppure, spiega l’autore, lo strumento bellico nazionale consentirebbe al nostro Paese di sostanziare le iniziative politiche e diplomatiche affiancando la “spada” alla “feluca”. Concetto ben chiaro ai nostri concorrenti che alternano soft power e presenza militare. Oggi i nostri soldati rappresentano una risorsa fondamentale anche in caso di emergenze nazionali nonostante bilanci sempre più esigui e decisioni politiche estemporanee. Dall’Iraq al Sahel, i soldati italiani difendono con professionalità e dedizione la nostra sicurezza,

Un mondo del quale si parla poco ma che è fondamentale

Suscitando l’ammirazione degli alleati che, non casualmente, richiedono sempre più spesso la partecipazione delle nostre truppe nelle missioni internazionali. Questo nonostante l’indifferenza, se non l’ostilità di una parte ideologizzata dell’opinione pubblica e una politica estera contraddittoria e balbettante. Ricco di informazioni e analisi, il libro introduce il lettore in un mondo del quale si parla molto poco. Ma che ha un peso determinante negli scenari internazionale che influenzano la nostra vita quotidiana più di quanto si pensi.