Lega: Il Lazio di Zingaretti impedisce la pratica dello sport

Sport lazio

Se avete figli, nipoti o fratelli che vogliono praticare dello sport sappiate che nel Lazio non è possibile col servizio pubblico per un errore del sistema della Regione.
Incredibile, ma vero.

Niente sport pubblico nel Lazio

Superata la vecchia “medicina scolastica” che preveniva eventuali patologie congenite, ad oggi l’idoneità sportiva è un passaggio fondamentale per fotografare le condizioni di salute, a partire dai più piccoli.

Prevede una visita generale, una spirometria, un esame delle urine, un elettrocardiogramma di base e un elettrocardiogramma sotto sforzo. Quest’ultimo non è stato inserito, però, nel sistema software in dotazione ai medici del servizio pubblico. E che non possono rilasciare il certificato.
La segnalazione arriva direttamente dai medici del servizio pubblico, sulla quale il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha disertato la nostra interrogazione discussa mercoledì scorso. Evidentemente per non accendere i riflettori su un’altra falla della sanità regionale rispetto alla sua propaganda di cui illumina i salotti in tv.

Non è pervenuto un chiarimento su un punto interrogativo gigantesco relativo al test da sforzo, al di là di un’infarinatura sulle normative e sul Medico specializzato in Medicina dello Sport, ossia il certificatore degli esami.
Quindi si apre uno spaccato sulla prevenzione della salute degli atleti, famosi e non.
Eclatante è stato il caso del danese Christian Eriksen, l’ex centrocampista dell’Inter, colpito da uno scompenso cardiaco durante Euro 2020.

Paghiamo la tassa sulla salute

Tornando alla falla del sistema regionale, l’impasse mina i Livelli essenziali di assistenza (Lea), ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale.

Quella fiscalità generale in cui è racchiusa l’addizionale Irpef dello 0,50 per cento legata al commissariamento della sanità del Lazio. Ma Zingaretti non la cancella nonostante i solleciti della Corte dei Conti ad abbassare la tassazione.

Così i contribuenti del Lazio, senza esclusione di fasce sociali, sborsano la “tassa sulla salute”. Che ha pesato per 980 milioni di euro nel 2019 e per circa 800 milioni di euro nel 2020.

Fondi spesi anche per i servizi sociali e i trasporti. Nel Lazio si paga una “tassa sulla salute” aggiuntiva, ma si ricorre al privato per un’idoneità sportiva anche alla luce delle infinite liste di attesa per la carenza di personale persino per un elettrocardiogramma.
Uno sforzo per le tasche dei cittadini, non certamente fisico.