Legambiente Lazio difende il Grab: “Via Guido Reni occasione per Roma, l’amministrazione vada avanti”

Roma grab

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“Non c’è poco spazio per le auto. Il vero problema è che tutto lo spazio è già divorato da troppe auto”. È il monito, netto e senza ambiguità, che arriva da Legambiente Lazio in merito al futuro del Grab – Grande Raccordo Anulare delle Bici, con particolare riferimento al tratto previsto su via Guido Reni, nel cuore del quartiere Flaminio. In una nota, l’associazione ambientalista sollecita il Comune di Roma a non arretrare e a proseguire spedita con i cantieri per la ciclovia urbana, frutto – ricordano – di oltre dieci anni di partecipazione civica e progettazione dal basso.

“Chi osteggia la realizzazione del Grab per difendere poche decine di parcheggi vive altrove o non vuole vedere: Roma soffoca nel traffico e nella sosta selvaggia”, sottolinea Legambiente, criticando apertamente le opposizioni locali al progetto.

Il Grab: da sogno urbano a realtà concreta

Il Grab non è solo una pista ciclabile. È un anello ciclopedonale di circa 45 km, pensato per attraversare quartieri storici, aree verdi, parchi archeologici e nodi urbani strategici, creando una rete di mobilità sostenibile, integrata con trasporto pubblico locale e viabilità ordinaria.

Il tratto di via Guido Reni, che dovrebbe presto vedere l’apertura del cantiere operativo, è solo una delle tessere di questo mosaico, ma è già diventato uno dei punti più controversi, con alcune opposizioni locali che lamentano la perdita di stalli per la sosta. Per Legambiente, si tratta però di una battaglia di retroguardia, figlia di una visione urbana anacronistica. “Non è più tempo di difendere il diritto alla sosta sotto casa – prosegue l’associazione – ma di costruire una città dove pedoni e ciclisti non siano più ostaggio del traffico e dello smog”.

Più vivibilità, meno traffico

La posizione di Legambiente si inserisce in un contesto più ampio: Roma, oggi, è una delle città con più alta densità di auto pro capite in Europa, e affronta da anni problemi strutturali legati a traffico, inquinamento e scarsa qualità della vita urbana. Il Grab, assieme ad altri provvedimenti strutturali come la Fascia Verde, la congestion charge e lo sviluppo del TPL (trasporto pubblico locale), viene indicato come una delle risposte più efficaci per invertire la rotta. “Il Grab non è solo un’infrastruttura ciclabile: è uno strumento di rigenerazione urbana e di valorizzazione del territorio, capace di aumentare il valore sociale ed economico dei quartieri attraversati”.

Via Guido Reni, con la sua posizione strategica tra il MAXXI, l’Auditorium Parco della Musica e il Villaggio Olimpico, rappresenta un banco di prova importante. Riuscire a integrare in quel contesto una mobilità dolce e sicura significherebbe riqualificare uno snodo culturale e urbano fondamentale, rendendolo più accessibile, vivibile e moderno.

Dopo 10 anni di attesa, è il momento di agire

Non è la prima volta che Legambiente si espone pubblicamente in difesa del Grab. Ma il tono di questa dichiarazione appare più deciso, a testimonianza dell’urgenza di superare le resistenze e accelerare l’attuazione del progetto. Dopo oltre un decennio di tavoli tecnici, studi, dibattiti e consultazioni, l’associazione lancia un messaggio chiaro all’amministrazione: “Non si può più rallentare. Roma ha bisogno di cambiare, e il Grab è una delle chiavi per farlo”.

Grab come occasione storica per Roma

Il dibattito sul Grab riflette un nodo cruciale dello sviluppo urbano romano: scegliere se continuare a modellare la città attorno alle auto, oppure puntare su un nuovo paradigma, fondato su sostenibilità, salute, accessibilità e qualità degli spazi pubblici. Via Guido Reni può diventare il simbolo di questa svolta. Legambiente Lazio chiede con forza che le istituzioni non cedano alla pressione dei comitati contrari, ma guardino oltre l’interesse immediato e puntino a una visione di lungo periodo: una Roma più ciclabile, più verde, più vivibile.