Per la legge Zan anche Platinette è da denunciare come omofobo

Platinette omofobo

Anche Platinette è omofobo? Fateci capire, perché davvero non ci stiamo capendo più nulla. Aver messo sotto accusa l’insegnamento gender nelle scuole e criticato l’impianto generale della cosiddetta legge Zan è costato pure a Platinette l’epiteto di omofobo, che ormai non si nega a nessuno. Può capitare anche ad omosessuali a cui quelle norme non piacciono.

Ed è davvero difficile ragionarci con pacatezza, perché ti rovesciano addosso quintali di insulti, come se parlare fosse un delitto. Già, la parola, l’opinione, devono diventare reati.

Omofobo pure Platinette

Senza rendersi conto che così facendo sarà sempre peggio. Perché se le azioni violente diventano conseguenza di parole gravi, tutto può essere usato da un magistrato su di giri per condurti in galera. O al contrario, se il confine tra parola e azione è così labile, se ne troveranno altri che non se la sentiranno di infliggere sanzioni penali. In un caso come nell’altro, non prevarrà il senso di giustizia.

Ci vuole testa sulle spalle

Di cui invece c’è un gran bisogno. Perché chi ha la testa sulle spalle non può certo negare quanta recrudescenza di azioni violente contro gli omosessuali ci sia nella società. E che si debba intervenire per porre fine a questa follia sia assolutamente giusto.

Ma se avere opinioni non in linea col pensiero dominante deve portare a rischiare il carcere come prevedono le norme che si pretende di approvare in Senato senza alcuna discussione, è assolutamente sbagliato. Perché le leggi si devono approvare con raziocinio e non in preda ad esaltazioni di parte. Se una norma suscita dubbi interpretativi, è giusto fermarsi a chiarirla e non correre ad approvarla a prescindere.

E fa ridere sentir dire, intanto facciamola passare e poi la correggiamo. Ma che senso avrebbe questo modo di procedere? Le leggi dovrebbero essere una cosa seria ed è dovere di chi le vara ascoltare le voci di chi è perplesso su norme di indubbia delicatezza sulle quali non si può davvero sbagliare.

Noi continuiamo a sperare che si riesca a frenare gli ardori di chi pensa di mortificare l’avversario politico anziché tutelare chi è aggredito. Altrimenti sembra solo una speculazione.