Leila Yuki Khelil, l’avvocata americana trovata morta a Roma, è giallo: trovate ecchimosi sul corpo, si indaga per omicidio

Un mistero fitto avvolge la morte di Leila Yuki Khelil, avvocata americana di 39 anni, trovata senza vita a Roma il 15 luglio in un appartamento di via Guattani, a due passi da Villa Torlonia, nel quartiere Nomentano. Una fine improvvisa e inquietante, con troppi dettagli che non tornano. A dare l’allarme è stata la coinquilina, rientrata a Roma dopo un weekend fuori: davanti ai suoi occhi, il corpo della ragazza, in avanzato stato di decomposizione.
Le ecchimosi sul corpo e i farmaci accanto al letto
Secondo quanto riportato dal Messaggero, sul corpo della giovane professionista sarebbero state riscontrate ecchimosi sospette. Nella stanza, un ventilatore acceso e una confezione aperta di Tachipirina. Dettagli che non spiegano quello che è successo, ma che alimentano i dubbi. Anche perché la giovane era truccata come per andare a un appuntamento. L’autopsia, eseguita dal medico legale Aniello Maiese, non ha fornito certezze immediate: tutto è rinviato agli esami tossicologici, attesi per il 19 settembre.

Indagini aperte per omicidio
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti. Non si esclude che qualcuno possa essersi introdotto nell’appartamento, trasformando quello che poteva sembrare un malore improvviso in un possibile crimine. Il legale della famiglia ha chiesto di accedere ai dati contenuti nel cellulare di Leila, ma al momento non sono arrivate risposte dalle autorità.
La tragedia ha travolto la famiglia della donna, residente in California. Il padre, di origine tunisina, e la madre, giapponese, hanno chiesto che la sepoltura avvenga nel pieno rispetto del rito shintoista, che prevede tempi rapidi per l’inumazione. Intanto cresce la richiesta di verità: chi ha tolto la vita a Leila Yuki Khelil? E perché?